Roma, 20 mar. – Matteo Salvini è arrivato nell’Aula della Camera nel corso del dibattito sulle comunicazioni del governo in vista del Consiglio europeo, ha salutato la premier Meloni (mentre qualcuno dell’opposizione nell’emiciclo scandiva ‘bacio, bacio!’), poi il vicepremier e leader della Lega è andato via, e non ha assistito alla replica di Giorgia Meloni. Salvini ha incontrato il vicepresidente e ministro degli Affari Esteri del Turkmenistan, Rashid Meredov, ha spiegato una nota del Mit. Anche oggi i partiti che non sostengono l’esecutivo hanno insistito sulle posizioni del segretario della Lega sulle elezioni in Russia, che hanno provocato fibrillazioni nella maggioranza e un dibattito sottotraccia anche nel partito di via Bellerio. “Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina. In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue”, ha certificato il presidente del Consiglio.
Un contatto tra Meloni e Salvini, riferiscono fonti parlamentari, c’è stato anche ieri sera. Il governo ha deciso di ritirare la richiesta d’urgenza sull’esame del ddl sulla cybersicurezza anche su insistenza del partito di via Bellerio che vede sempre più complicato l’iter del ddl sull’autonomia differenziata. Gli ‘ex lumbard’ puntano all’approvazione del provvedimento prima delle Europee ma i lavori sul pacchetto delle riforme costituzionali vanno a rilento al Senato, da qui il convincimento tra i ‘big’ del centrodestra che non sarà facile conciliare interessi al momento non convergenti, considerato che FdI chiede che prima ci sia il passaggio al Senato sul premierato e poi l’ok alla Camera al ddl Calderoli. Non è escluso, ragiona un esponente di peso della maggioranza, che sia le riforme costituzionali sia l’autonomia vadano dopo le Europee.
Nel pomeriggio l’Aula avrebbe dovuto votare l’urgenza al ddl sulla cybersicurezza con i deputati leghisti che avrebbero potuto votare contro. Da qui l’intesa, siglata anche per accogliere le proposte che arriveranno dall’opposizione. Rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione si sono nel frattempo incontrati per discutere degli emendamenti al Pnrr (sono più mille, con una trentina di proposte che arrivano anche dai vari ministeri). Ma il clima tra gli schieramenti resta teso, con la premier che non ha mancato di evidenziare l’agitazione dell’opposizione (“Ragazzi, vi vedo nervosi”) che ha protestato in Aula. Il presidente del Consiglio ha ribadito nell’Aula della Camera la linea del governo sia sul conflitto tra Russia e Ucraina che sulla situazione in Medio Oriente. Sul sostegno a Kiev “è chiaro a tutti che oggi grazie al fatto che c’è una maggioranza di governo di centrodestra oggi l’Italia rispetta i suoi impegni”, ha sottolineato, “FdI ha garantito” l’aiuto al Presidente Zelensky anche quando era all’opposizione, è sbagliato dire che l’Italia è stata esclusa dalla riunione tra Francia, Germania e Polonia, quello è “il formato di Weimar”. E sul Medio Oriente: il governo punta a una linea chiara del Consiglio Ue – posizione emersa anche nel rituale pranzo al Quirinale – “è grave e preoccupante l’ondata di antisemitismo dilagante anche nella nostra opinione pubblica”, ha osservato il Capo del governo, “temiamo un crescente isolamento Israele, le conseguenze” di un eventuale attacco di terra a Rafah “potrebbero essere insostenibili”.
Il ‘refrain’ è che sulla politica estera la maggioranza “è coesa”, al contrario delle forze dell’opposizione. “In alcuni casi, quando io parlo, e in alcuni casi non avevo bisogno di farlo, come nel caso del ministro Salvini, con persone con le quali ho buoni rapporti, riesco a portare a casa dei risultati. Se voi provate a parlare con i vostri alleati del Movimento 5 Stelle e magari riuscite a fare lo stesso miracolo, l’Ucraina ve ne sarà grata”, ha detto rivolgendosi al Pd.
A rimarcare la compattezza del centrodestra anche il vicepremier Tajani che ai cronisti ha sì sottolineato come la linea in politica estera la indicano il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri e poi, prima del Consiglio dei ministri, ha messo in evidenza “una love story di 30 anni di una coalizione che, a dispetto di tutti, non va mai in frantumi e molto spesso vince”. Ed ancora: “Anche quando gli altri sperano che perdiamo, noi vinciamo. Guardate cosa e’ accaduto in Abruzzo, dove alla fine abbiamo vinto. In Europa a me non ha mai chiesto conto nessuno delle parole di Salvini sulle elezioni russe”.
Le forze della maggioranza intanto si apprestano a preparare il terreno della campagna elettorale per le Europee. Salvini punta ad andare oltre il 10%, e intanto sabato presiederà a Roma l’evento Id (sono già stati occupati 1.500 posti), mentre a Subiaco il gruppo Ecr al Parlamento europeo si appresta a elaborare una Carta dei valori. FdI tirerà le fila nella prossima Conferenza programmatica del partito che si terrà a Pescara dal 19 al 21 aprile (la premier potrebbe annunciare la discesa in campo) e, spiega una fonte parlamentare, punta a un ruolo chiave nel prossimo Consiglio Ue (tra le idee quella di chiedere eventualmente per l’Italia la poltrona di commissario europeo per la concorrenza o per il Mercato interno). Per quanto riguarda Forza Italia, sabato arriverà l’ufficializzazione della candidatura dell’ex ministro Moratti. (AGI)