Ue: Draghi, serve debito comune per finanziare investimenti


L’emissione di “debito comune per finanziare gli investimenti” in Europa “amplierebbe lo spazio fiscale collettivo a nostra disposizione, allentando così almeno in parte la pressione sui bilanci nazionali”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla quarantesima Nabe Economic Policy Conference annuale.
Secondo Draghi, “deve esserci un percorso fiscale chiaro e credibile che si concentri sugli investimenti e al contempo, nel nostro caso, preservi i valori sociali europei. Questo darebbe alle banche centrali maggiore fiducia nel fatto che la spesa pubblica oggi, aumentando la capacità di offerta, porterà a un’inflazione più bassa domani. In Europa, dove le politiche fiscali sono decentralizzate, possiamo anche fare un ulteriore passo avanti finanziando una quota maggiore di investimenti in modo collettivo, a livello di Unione”.
Allo stesso tempo, ha aggiunto l’ex governatore della Banca d’Italia, “poiché il modo di spendere dell’Ue è più programmatico – spesso su un orizzonte pluriennale – investire a livello di Unione rappresenterebbe un più forte impegno a far sì che la politica fiscale sia in ultima analisi non inflazionistica, il che si potrebbe riflettere nelle proiezioni delle banche centrali sull’inflazione a medio termine”.
Draghi si è detto convinto che “per stabilizzare il potenziale di crescita e ridurre la volatilità dell’inflazione, avremo bisogno di un cambiamento nella strategia di policy complessiva, che si concentri sia sul completamento delle transizioni in corso sul lato dell’offerta, sia sullo stimolo alla crescita della produttività, campo in cui un’ampia adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe essere d’aiuto. Ma per fare tutto questo a una certa velocità sarà necessario un policy mix adeguato” e, dunque di un sempre maggiore coordinamento tra politiche, “un qualcosa”, ha osservato, “per cui l’architettura della nostra politica macroeconomica non è progettata”. Tuttavia, ha affermato l’ex premier, “è importante ricordare che l’indipendenza non deve significare separazione, e le diverse autorità possono unire le forze per aumentare lo spazio politico senza compromettere i rispettivi mandati. Lo abbiamo visto durante la pandemia quando le autorità monetarie, fiscali e di vigilanza bancaria hanno unito le forze per limitare i danni economici dei lockdown e prevenire una recessione deflazionistica”. (AGI)