Ue: cos’è il Dsa, la legge guardiano del web


Il Dsa, Digital services act, il regolamento sui servizi digitali, viene considerato un pioneristico corpus normativo dell’Ue ed è volto a rendere l’ambiente online più sicuro, equo e trasparente. E’ applicabile a tutti gli intermediari online nell’Ue.
Il Dsa protegge gli utenti dell’Ue da prodotti e contenuti illegali e ne tutela i diritti nei confronti delle piattaforme online che usano per entrare in contatto con altri utenti, condividere informazioni o acquistare prodotti.
Tutte le piattaforme online che hanno utenti nell’Ue, ad eccezione delle piccole imprese e microimprese che occupano meno di 50 persone, con un fatturato annuo e/o un bilancio complessivo annuo non superiore a 10 milioni di euro, sono tenute ad attuare misure volte a: contrastare i contenuti, le merci e i servizi illegali; proteggere i minori; fornire informazioni agli utenti riguardo agli annunci pubblicitari (spiegando ad esempio perché paiono e chi li ha pagati); vietare gli annunci pubblicitari mirati sugli utenti in base a dati sensibili (convinzioni politiche o religiose, preferenze sessuali); fornire agli utenti le motivazioni delle decisioni di moderazione dei contenuti (rimozione di contenuti, sospensione dell’account, ecc). Inoltre devono offrire agli utenti la possibilità di ricorrere a un meccanismo di reclamo per contestare le decisioni di moderazione dei contenuti; pubblicare con cadenza almeno annuale una relazione sulle proprie procedure di moderazione dei contenuti; definire termini e condizioni chiare per gli utenti, spiegando in base a quali principali parametri funzionano i sistemi di raccomandazione dei contenuti loro destinati. Le piattaforme online devono anche fornire agli utenti i mezzi per segnalare i contenuti illegali, compresi prodotti e servizi. Inoltre, dovranno cooperare con i cosiddetti “segnalatori attendibili”, e tenere conto in modo prioritario delle notifiche emesse da tali soggetti specializzati. Nei confronti delle piattaforme online di dimensioni molto grandi e dei motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, la Commissione ha poteri di vigilanza diretta e di esecuzione e, nei casi più gravi, può imporre sanzioni pecuniarie fino al 6% del fatturato globale del fornitore di servizi.
Il meccanismo di applicazione non si limita soltanto alle sanzioni pecuniarie: il coordinatore dei servizi digitali e la Commissione avranno il potere di richiedere azioni immediate laddove necessario per far fronte a danni molto gravi e le piattaforme potranno assumere impegni su come intendono porre rimedio a tali carenze.
Per le piattaforme che operano in modo illecito e che rifiutano di rispettare obblighi importanti, mettendo così a repentaglio la vita e la sicurezza delle persone, sarà possibile, in ultima istanza e dopo aver coinvolto tutte le parti interessate, chiedere a un organo giurisdizionale la sospensione temporanea del loro servizio. (AGI)
RED