Ucraina: Mattarella, Cina si adoperi per fine aggressione russa

Pechino, 9 nov. (askanews) - La Cina si adoperi per far cessare la "brutale" aggressione russa all'Ucraina. E' l'appello rivolto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della lectio magistralis all'università Beida di Pechino nel corso della sua visita di Stato in Cina. "La Cina è uno dei protagonisti fondamentali della vita internazionale - ha detto il capo dello Stato -. Desidero esprimere l`aspettativa che essa faccia uso della sua grande autorevolezza sul proscenio internazionale per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale, adoperandosi per porre termine alla brutale aggressione russa all`indipendenza e alla integrità territoriale dell`Ucraina, primo passo per una pace giusta sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite e delle norme del diritto internazionale, incluse quelle sulla sovranità, indipendenza e integrità territoriale degli Stati".


(Dall’inviato Giovanni Lamberti) Un discorso franco, perché “fra amici” non ci devono essere “veli”. Se ieri alla presenza del presidente cinese Xi Jiping aveva lanciato un appello a evitare il ritorno di “blocchi contrapposti” e a “ingiustificabili steccati” oggi Sergio Mattarella ha invitato Pechino a esercitare la sua leadership in modo responsabile e “all’altezza delle crisi di oggi” fino in fondo: “Si adoperi per mettere fine al conflitto in Ucraina” e “aggiunga la sua voce” per far finire la guerra in Medio Oriente.
Quello dell’Italia è un riconoscimento pieno alla Cina, sia per il suo ruolo di interlocutore ma anche per la sua capacità di agire sullo scacchiere internazionale. Può farlo a livello globale, senza costruire ordini di parte ma nell’alveo delle regole e dei diritti internazionali. L’Italia, dal canto suo, giocherà un ruolo importante nel legame tra l’Unione europea e la Cina, con l’obiettivo comune di “costruire un futuro di pace”.
Università Beida di Pechino, una struttura che forma più di 28 mila studenti, l’occasione è la cerimonia di firma per l’inaugurazione della cattedra di “Studi italiani”, finanziata dalla fondazione Agnelli (c’è anche John Elkann, “non parlo di Stellantis all’estero, spiega ricordando che il 14 novembre c’è il tavolo convocato dal ministero delle Imprese), c’è Romano Prodi a cui è stato assegnata la prima cattedra (“Per me è stata una sorpresa”, dice. Trump? “Se fa le cose che ha detto finisce male…), c’è Pierferdinando Casini, nuovo presidente onorario del forum Cina-Italia.
Ma soprattutto ci sono tanti ragazzi venuti ad ascoltare la lectio magistralis del presidente della Repubblica. Alla fine, molti applaudiranno il suo intervento, altri no.
Il discorso di Mattarella prende spunto dal rapporto culturale tra Roma e Pechino (“Il simbolo della nostra storia comune è Marco Polo”), ricorda come il dialogo tra culture differenti sia un elemento essenziale per la pace, fa riferimento all’Antica via della Seta, “un tracciato pioneristico” lungo il quale “coraggiosi mercanti viaggiavano attraverso continenti altrimenti lontanissimi”, rilancia l’auspicio di una maggiore collaborazione tra i due Paesi sulle sfide del futuro, da quella sull’intelligenza artificiale (“Il confronto è più importante che mai”) alla transizione ecologica, ribadisce che né l’Italia né l’Europa vogliono “una nuova stagione del protezionismo” e, anzi, l’obiettivo è arrivare a un rapporto equilibrato a livello commerciale “e alla rimozione delle barriere che ostacolano l’accesso al mercato cinese di prodotti italiani di eccellenza, (al premier cinese Li Qiang e al presidente dell’assemblea nazionale del popolo Zhao Leji questa mattina ha sottolineato la convergenza di vedute con il Xi Jiping e la necessità di più investimenti da parte di Pechino)”. Ma poi Mattarella affronta anche i temi più spinosi. A partire dalla tutela dei diritti delle persone (“Non vuol dire interferenza”) all’attenzione “tesa a ribadire elementari libertà” per l’area dell’Indo-Pacifico, “è indispensabile saggezza da tutte le parti coinvolte perché ci si astenga da iniziative unilaterali che possono esacerbare le difficoltà già esistenti”, l’invito del Capo dello Stato che poi chiede un impegno della Cina sui due fronti di guerra più importanti, Ucraina e Medio Oriente.
Il sentimento del Capo dello Stato emerge quando c’è da rispondere alla domanda di uno studente sulla guerra. “Distrugge ogni cosa. Mi sorprende che alcuni governanti nel mondo se lo dimenticano”, la premessa, “la guerra impedisce che ci siano vincitori. In caso di guerra nessuno vince, tutti sono sconfitti, la pace va coltivata. Nell’animo”.
Il pensiero va all’offensiva di Vladimir Putin. Il presidente della Repubblica è netto: “Non è pensabile che un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu violi come ha fatto la Federazione Russa invadendo l’Ucraina, norme fondamentali del diritto internazionale usando la forza contro un suo vicino più piccolo per imporgli la propria volontà. Accondiscendere a un tale comportamento significherebbe consegnare alla barbarie la comunità degli Stati”.
Da qui la necessità non più rinviabile di un intervento responsabile da parte di Pechino: “Faccia uso della sua grande autorevolezza sul proscenio internazionale per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale”, si adoperi “per porre termine alla brutale aggressione russa all’indipendenza e alla integrità territoriale dell’Ucraina, primo passo per una pace giusta sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite”.
E si faccia sentire anche per contribuire a “bloccare la spirale di violenza” in Medio Oriente “martoriato dal criminale attacco terroristico di Hamas contro inermi cittadini israeliani, dall’inaccettabile scia di violenza contro la popolazione civile della Striscia di Gaza, dall’allargamento del conflitto al Libano meridionale”.
La necessità è “fermare subito la guerra” ed “avviare soluzioni anche all’immane crisi umanitaria”. E quindi – le parole di Mattarella – “confido che la Cina vorrà aggiungere la sua voce affinché i diversi attori regionali esercitino moderazione e possa essere finalmente applicata una soluzione a due Stati tra Israele e la Palestina”.
Inoltre – la sollecitazione del presidente della Repubblica -bisogna “mantenere libero e sicuro il transito navale” nel mar Rosso “dove attualmente attori non statuali, sostenuti anche da potenze dell’area, minacciano il libero commercio in spregio al diritto internazionale”, è importante per la Cina e per l’Italia.
“Il nostro comune impegno – l’invito del Capo dello Stato al paese amico – deve essere quello di rafforzare i consessi multilaterali – a cominciare dalle Nazioni Unite – affinché possano efficacemente ridurre le tensioni, comporre le controversie, monitorare la proliferazione degli armamenti, per elencare solo alcune delle grandi questioni del nostro tempo”. (AGI)