Ucraina: Foti, noi con Kiev ma Ue non allarghi solco con Usa


“Noi abbiamo sostenuto l’Ucraina dal primo momento, anche quando eravamo opposizione. Adesso lo facciamo cercando di evitare di ampliare il solco tra Usa ed Europa con documenti che sembrano fatti per rompere anziché per ricomporre”. Lo dice il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti – intervistato da “Il Corriere della Sera”, a proposito dell’astensione di Fratelli d’Italia nella mozione del Parlamento europeo sull’Ucraina. Per il ministro “occorrono sforzi diplomatici per tenere assieme i Paesi che hanno aiutato l’Ucraina a respingere l’aggressione russa. Se ci spacchiamo non si fa un favore a Zelensky, ma solo a Putin. Trump – sottolinea – vuole portare al tavolo le parti in conflitto e il suo metodo è usare bastone e carota. Lo fa a modo suo, ma questa è la sua strategia. Per ora i suoi metodi si sono visti con Zelensky, adesso aspettiamo di capire cosa farà con Putin. E secondo noi non era il caso di mettere al voto un documento così duro”.
Sulle posizioni diverse nel centrodestra sul ReArm Europe Foti osserva: “non è una novità che al Parlamento europeo si voti in modo differente, ma in tutti i voti nel Parlamento italiano non ci siamo mai divisi, e così sarà anche stavolta. Mi pare più divisa l’opposizione, addirittura il primo partito dell’opposizione al suo interno”.
Sul piano von der Leyen “dobbiamo distinguere: noi – rileva – abbiamo sempre detto che le spese per la difesa vanno estrapolate dal patto di Stabilità, e benvenuta Europa che finalmente ci arriva. Così come siamo contrari a che si distolgano fondi di coesione, almeno non lo faremo noi. Poi altri perimetri della discussione vanno calati nel concreto. Per ora c’è quello finanziario, gli 800 miliardi, ma bisognerà vedere come si declineranno queste spese. Perché in ogni caso si tratta di debito, che ha un peso, soprattutto per Paesi come l’Italia”. Avete dubbi anche voi su ReArm Europe? “Nessun dubbio di principio, è giusto – risponde Foti – pensare a rafforzare la nostra difesa, perché o si fa o semplicemente si resta senza, bisogna prendere atto dei cambiamenti sul piano internazionale. È una necessità, non un capriccio”. È questo il possibile punto di incontro con la Lega per una risoluzione comune in vista delle comunicazioni della premier in Parlamento? “È il buonsenso. Non ci si difende senza spesa, che deve però essere valutata e calata in progetti concreti. Siamo all’inizio. C’è la cornice, ora andrà riempita di contenuti”, conclude. (AGI)