Tutti gli spazioporti presenti sul pianeta


AGI – E’ dal nuovo spazioporto in fase di costruzione, UK Pathfinder Launch, che il Regno Unito intende realizzare il primo lancio satellitare verticale dal nord Europa entro il 2022. Ad oggi, sono 34 gli spazioporti ufficiali nel mondo, di cui 6 destinati al volo umano nello spazio, e molti altri sono in costruzione su tutto il pianeta, in particolare grazie alla nuova “corsa allo spazio” delle grandi aziende aerospaziali statunitensi.

Anche l’Italia non è da meno con la costruzione in corso del primo spazioporto italiano operativo per i voli suborbitali di Grottaglie, in Puglia. “Essere in grado di portare i nostri partner di lancio, ABL Space insieme al team di SaxaVord Spaceport, insieme ai nostri colleghi dell’Agenzia Spaziale del Regno Unito, dimostra che continuiamo a fare entusiasmanti progressi verso il raggiungimento del primo lancio satellitare verticale nel nord Europa nel 2022.

Non solo questa capacità di lancio stimola la prosperità nella regione e in tutto il Regno Unito, ma segna anche un passo importante nel raggiungimento delle ambizioni della nuova strategia spaziale nazionale”, ha dichiarato Nik Smith, direttore regionale per il Regno Unito e l’Europa di Lockheed Martin. Recentemente il governo del Regno Unito ha annunciato la sua strategia spaziale nazionale che definisce la visione a lungo termine del governo britannico per rendere il Regno Unito “una delle economie spaziali piu’ attraenti e innovative del mondo”.

I costruttori affermano che l‘impianto di lancio di SaxaVord alla fine creerà circa 140 posti di lavoro a Unst e inietterà almeno 4,9 milioni di sterline all’anno nell’economia dell’isola. Fornirà altri 70 posti di lavoro in tutte le Shetland, aggiungendo altri 2,9 milioni di sterline in valore lordo all’economia. Attualmente sono solo 3 le nazioni al mondo a possedere rampe di lancio e razzi vettori utilizzabili per il volo umano nello spazio e sono Russia, Stati Uniti e Cina. Il Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan è stato il primo a portare un essere umano nello spazio, cioè il cosmonauta Jurij Gagarin, il 12 aprile 1961. 

Le storiche piattaforme di lancio della Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, hanno invece portato in orbita i primi programmai spaziali con astronauti americani, come Mercury e Gemini. Seguiti dal Kennedy Space Center da cui il gigantesco razzo Saturn V porto’ le missioni Apollo sulla Luna, fino ad arrivare all’era dello Space Shuttle e le attuali Crew Dragon della SpaceX. Lo spazioporto cinese dedicato al volo dei propri taikonauti nello spazio è invece Jiuquan, nel deserto del Gobi, da dove vengono oggi lanciati i razzi vettori Lunga Marcia.

Tra gli spazioporti che sono stati in grado di far partire mezzi capaci di superare i 100 km di quota, quindi di portare tecnicamente dei piloti nello spazio, c’è anche l’Edwards Air Force Base in California, dalla quale partì, nel 1963, un B-52 capace di sganciare un X-15, aereo da record che raggiunse i 108 km di quota e Mach 6,70, cioè 7.274 km/h. Record superati nel 2004 dalla navetta SpaceShipOne della Scaled Composites, che partì dallo spazioporto di Mojave, sempre in California, agganciata all’aereo da trasporto White Knight, e raggiunse i 112km di quota e 3.518 km/h.

L’Italia attualmente effettua i propri lanci satellitari assieme all’Europa da Kourou, nella Guyana francese, ma possiede uno spazioporto nazionale, il Centro Spaziale Luigi Broglio, a largo delle coste del Kenya, che è stato utilizza dal 1966 al 1988. Si tratta di piattaforme petrolifere dell’ENI trasformate in una base di lancio equatoriale per l’Italia e ha permesso di avere una posizione privilegiata per portare avanti le missioni del programma San Marco. Il Centro è attualmente di proprietà dell’Università Sapienza di Roma e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Altre piattaforme di lancio satellitare si trovano sparse in tutto il mondo, con destinazioni d’uso sia militari, che di ricerca, che commerciali, e le nazioni ad ospitarle ed utilizzarle con successo sono: Francia, Australia, Giappone, India, Israele, Iran, Corea del Nord, Corea del Sud e Nuova Zelanda.

Risale a maggio 2018 l’individuazione dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dell’ENAC, per la realizzazione, entro il 2020, del primo spazioporto italiano operativo per voli suborbitali.

La selezione è stata frutto di un accordo firmato nel dicembre del 2017 tra la società Altec di Torino – società partecipata da ASI e Thales Alenia Space -, la Sitael – società del gruppo Angel – e la Virgin Galactic di Richard Branson, che sta procedendo con i test della sua navetta per il volo suborbiltare, la SpaceShipTwo, ma progetta parallelamente sistemi di lancio per piccoli satelliti in orbita bassa.

Il consiglio d’amministrazione dell’ENAC ha approvato lo scorso anno il “Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli spazioporti”, un passo in avanti nell’adattamento del complesso e la realizzazione del primo spazioporto operativo sul suolo italiano. Nel 2020 è stato ipotizzato un nuovo impiego anche per l’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi (C 551) della Marina Militare.

La Garibaldi potrebbe rientrare nell’iniziativa di impiegare navi tuttoponte come piattaforme per il lancio di vettori satellitari “mini e micro”. E’ stato recentemente approvato un progetto di studio, denominato SIMONA, nell’ambito del Piano Nazionale di Ricerca Militare (PNRM), per verificare la fattibilità tecnica di riconfigurazione della Garibaldi nella direzione della strategia nazionale dello spazio. 

Source: agi