di Carmelo Finocchiaro – presidente Confedercontribuenti
Tutte le banche sono uguali. Non esiste la banca del territorio o quella vicina alle imprese o alle famiglie. Tutte rigidamente sottoposte alle regole dettate dalle norme BCE. E dunque non esiste piu’ la banca che comprenda il “sistema paese” e ne faccia “virtu’” con iniziative che favoriscano lo sviluppo. Dunque lasciamo agli spot pubblicitari le illusioni promesse. Partendo anche dalle Banche di credito cooperativo, vero inganno di soci, correntisti e risparmiatori.
E’ questa la triste realtà del sistema creditizio italiano. Ormai sotto le forche caudine delle imposizioni comunitarie, che al primo “infortunio” del cliente gli impongono di cedere il credito dei “cosiddetti inadempienti” alle grandi multinazionali del “credito deteriorato”, i nuovi proprietari delle sfortune degli indebitati. Questa situazione va fermata e lo deve fare il Parlamento della Repubblica, che con una coraggiosa decisione legislativa dica basta a queste imposizioni che favoriscono i grandi poteri finanziari e imponendo, anche a dispetto delle direttive comunitarie, una seria norma di salvaguardia degli indebitati italiani, senza mortificare i diritti dei creditori. Dunque attraverso una cartolarizzazione fatta verso il debitore stesso. Va trovata una soluzione compatibile con entrambe le parti, in un quadro di parità dei diritti e senza far prevalere quelle dei grandi interessi finanziari. E’ questa la sfida che bisogna lanciare ad una Europa, che deve rappresentare gli interessi degli europei. Solo cosi si toglie spazio ai populismi e ai grandi protagonisti della “industria della disgrazia”, ovvero di coloro che fanno soldi facendo finta di opporsi al sistema bancario e che spesso illudono tantissima gente che i problemi sono risolti. E una delle cose terribili di cui nei prossimi giorni presenteremo un dossier è quello che blog, pagine facebook e personaggi voluti dalla politica come macchiette, fanno gli eroi degli indebitati, con proposte spesso inattuabili, ma facili da diffondere fra chi e’ disperato di perdere cio’ che ha costruito da una vita.