Turismo:Nomisma-Unicredit,per 66% operatori ricadute crisi clima


L’aumento dei costi, le ricadute negative legate alla crisi climatica, l’inflazione. Sono le principali problematiche concui si devono confrontare gli operatori turistici secondo l’Osservatorio Turismo Nomisma realizzato per conto di UniCredit. In particolare, l’operatività degli imprenditori del settore ha risentito in primis dell’aumento dei costi energetici (37%) e della crescita generalizzata dei prezzi causata dall’inflazione (15%), mentre per 4 strutture su 10 la complessità operativa riscontrata nell’ultimo anno è dipesa anche dall’aumento dei tassi di interesse e dalla contrazione della domanda interna. Inoltre il 66% ha subito ricadute negative derivanti da eventi legati alla crisi climatica. Rilevanti anche gli aspetti inerenti il personale: il 14% delle strutture ha riscontrato difficoltà a trovare risorse da assumere, evidenziando un aumento del +6% rispetto a quanto dichiarato nell’ottobre 2022.
Remo Taricani, Deputy Head of Italy di UniCredit, dichiara: “L’Osservatorio ci mostra chiaramente come siano numerose le sfide, e con esse anche le opportunità, per gli operatori della filiera turistica italiana. Temi di rilevanza globale e infrasettoriale come la transizione digitale e la sostenibilità hanno un impatto concreto e possono segnare il successo o meno di un’iniziativa turistica. UniCredit vuole essere in prima linea per supportare le imprese turistiche italiane nei loro percorsi di ammodernamento dell’offerta. Attraverso l’iniziativa Made4Italy mettiamo a disposizione risorse finanziarie, 5 miliardi di euro, per nuovi investimenti, insieme al nostro know-how finanziario e sul settore con l’obiettivo di promuovere progetti legati alle identità regionali e favorire un’offerta congiunta tra aziende ricettive e imprese agroalimentari, valorizzando i territori italiani per attrarre nel Paese nuovi flussi di turismo internazionale”. Mattia Barchetti Head of Market Intelligence di Nomisma, dichiara: “Gli operatori turistici si dimostrano sempre più consapevoli e oculati nella definizione di una strategia di business che sia in grado di far fronte a una situazione macroeconomica sfavorevole e di soddisfare le mutate esigenze del turista. Continuare ad investire per migliorare la propria attrattività rappresenta un fattore discriminante per garantire all’Italia un ruolo da protagonista tra le mete di viaggio. Gli intermediari finanziari saranno fondamentali nel sostenere le aziende della filiera turistica con progetti che siano in grado da un lato di premiare i più abili e dall’altro aiutare coloro che, seppur con difficoltà, saranno in grado di superare questo momento di incertezza”.
Gli investimenti e le strategie messi in campo dalle strutture ricettive nel biennio 2023-24, nota la ricerca, vanno nella direzione di aumentare la propria attrattività e rispondere alle nuove richieste del mercato. In questo contesto, la sostenibilità ambientale è diventata un driver strategico fondamentale per quasi 8 operatori turistici su 10. Questa nuova consapevolezza ha spinto le strutture ad adottare politiche e soluzioni sostenibili, riducendo l’impatto ambientale e incontrando la crescente domanda di turismo sostenibile. Molti operatori hanno già intrapreso iniziative in questa direzione: il 72% degli intervistati ha fatto investimenti per la raccolta differenziata, la depurazione dell’acqua, la riduzione dei rifiuti e delle sostanze inquinanti, il 70% si è attivato per ridurre gli sprechi alimentari, il 66% ha adottato azioni di risparmio idrico e (nel 51% dei casi) energetico. Le strutture ricettive dichiarano di avere in programma l’attivazione di una serie di attività a favore della sostenibilità ambientale tanto che il 35% degli intervistati implementerà entro i prossimi 12 mesi azioni di risparmio energetico, il 28% acquisterà materie prime con caratteristiche di sostenibilità o si impegnerà a favorire gli spostamenti green dei loro clienti. Inoltre, 1 operatore su 4 manifesta l’intenzione a selezionare fornitori attenti ad aspetti di sostenibilità ambientale.
Gli operatori turistici stanno acquisendo una consapevolezza più marcata riguardo all’interconnessione tra sostenibilità ambientale, crisi climatica e impatto diretto che queste dinamiche hanno sulla gestione delle strutture ricettive. Il 66% degli operatori, ha dovuto confrontarsi con gli effetti diretti e indiretti che tale crisi ha generato sulle attività aziendali e, in risposta all’urgente scenario climatico in evoluzione, hanno ritenuto indispensabile adottare misure proattive per affrontare gli imprevisti atmosferici. In particolare, circa 1 operatore turistico su 2 ha deciso di sottoscrivere una copertura assicurativa per eventi atmosferici. Tra le altre strategie adottate a favore di una maggiore attrattività 1 operatore su 4, ad esempio, ha scelto di puntare al rinnovo e all’ammodernamento della struttura mentre il 23% dei rispondenti ha invece manifestato interesse a investire in impianti per la produzione di energia rinnovabile. Seguono le intenzioni di investimento nell’acquisto di nuove attrezzature (10%) e in attività e strumenti di marketing digitale (8%). Solamente il 18% degli operatori non prevede di fare investimenti nel prossimo futuro. In merito all’offerta, il 41% degli operatori del settore prevede un aumento dei prezzi di listino causato da un lato dai maggiori costi di gestione, dall’altro dalla revisione e/o ampliamento dei servizi offerti ai clienti della struttura. (AGI)
GLA