Di Ettore Minniti
“La Sicilia potrebbe vivere di solo turismo“, lo sostengono in tanti dalle Alpi a Scilla e Cariddi.
La Sicilia è uno scrigno di tesori. Un’isola tra cielo e mare. Grazie alla sua posizione strategica al centro del mar Mediterraneo. ha sempre saputo accogliere antiche grandi civiltà come Fenici, Greci, Arabi e Normanni.
Nel 2022 il turismo ha sfiorato i 15 milioni di presenze. Il settore alberghiero e quello della ristorazione hanno realizzato un fatturato di oltre quattro miliardi di euro.
Nonostante i numeri in crescendo, una politica miope, molto miope, ha fatto sì che questo auspicio rimanesse solo una vana speranza. Politica incapace di valorizzare un settore che potrebbe essere trainante per il PIL regionale. La Sicilia sul turismo può contare e tanto. Pasqua, Natale e la stagione estiva i periodi trainanti.
In questi giorni l’assessore al turismo Elvira Amata ha approvato il calendario eventi 2023 con il “prosciutto davanti agli occhi” che vuol dire vedere o sentire una realtà distorta, il non voler accettare la realtà.
L’Assessore ha dichiarato in pompa magna “Spettacoli teatrali, rassegne musicali, cinematografiche e gastronomiche, e ancora gare sportive e feste religiose. Sono alcune delle tipologie di eventi previsti in Sicilia da aprile a dicembre e inseriti nel Calendario delle manifestazioni di grande richiamo turistico adottato dalla Regione Siciliana. Uno strumento di strategica rilevanza previsto dalle normative vigenti che costituisce il presupposto essenziale per la programmazione assessoriale e più in generale per la promozione turistica». Il Calendario ha finalità esclusivamente promozionali e comprende manifestazioni individuate in base al richiamo che queste hanno nel settore del turismo. Gli eventi previsti nel mese di aprile inseriti nel Calendario sono quelli per la Settimana Santa di Enna, Caltanissetta e Trapani. Tra le manifestazioni da maggio ad agosto sono state inserite le rappresentazioni classiche di Siracusa, la 107ª Targa Florio, la Fiera Mediterranea del Cavallo, il Taormina Film FEST, Taobuk, le Ore tiadi di Gibellina, il Sicilia Jazz Festival, e ancora la festa di San Giorgio a Ragusa e quella di San Calogero ad Agrigento, il Festino di Santa Rosalia a Palermo e la festa della Vara a Messina. Tra settembre e dicembre sono inseriti nel Calendario il Cous Cous FEST, il Bellini International Context, la Settimana di Musica Sacra di Monreale, le Vie dei Tesori, la Coppa degli Assi, la Targa Florio Classica e la festa di Santa Lucia a Siracusa.
Si rimane basiti però per l’esclusione da questi grandi eventi, e non si comprendono i motivi, della Festa di Sangiacomo, con la processione, il Senato civico e la Scala illuminata di Caltagirone, la Festa di Sant’Agata a Catania, l’Infiorata di Noto e il Palio dei Normanni a Piazza Armerina.
Non ci sta l’Amministrazione comunale di Caltagirone, patrimonio dell’Unesco, per l’esclusione della Festa di San Giacomo “Evento di straordinaria e riconosciuta valenza”.
È assurdo e inconcepibile che un evento di così straordinario valore religioso, storico e culturale, che ha dimostrato, negli anni, una grande capacità attrattiva per un foltissimo numero di visitatori, non figuri nel calendario delle manifestazioni di grande richiamo turistico per il 2023 adottato dalla Regione siciliana”, ha dichiarato il Sindaco Fabio Roccuzzo.
“Eppure – rincara la dose l’assessore alla Cultura e al Patrimonio Unesco Claudio Lo Monaco – la festa di San Giacomo, indetta dal viceré spagnolo Pignatelli nel 1518, è inserita, dal 19 maggio 2008, al n. 113 nel libro delle celebrazioni del Rei, il Registro delle eredità immateriali dell’Unesco, secondo la convenzione di Parigi del 2003”.
Riteniamo che l’Assessore al Turismo abbia preso un abbaglio e possa ritornare sui propri passi. Apparentemente, speriamo di sbagliarci, non conoscendo quali siano stati i criteri di selezione, sembra che l’esclusione di Noto, Catania e Caltagirone, tutti della Val di Noto, penalizzi e non poco la Sicilia Orientale.
Il turismo è una cosa seria e deve essere gestito da operatori, funzionari, dirigenti qualificati e competenti e da politici lungimiranti che abbiano una visione generale e non parziale.