La banca centrale turca ha tagliato i tassi di interesse per la prima volta dal febbraio 2023, portandoli dal 50% al 47,5%, a fronte di un rallentamento dell’inflazione.
L’istituto finanziario ha spiegato che “gli indicatori dell’ultimo trimestre mostrano che la domanda interna continua a rallentare ed è a livelli che supportano il rallentamento dell’inflazione”. L’allentamento monetario inoltre segue l’annuncio dell’aumento del salario minimo dal 1° gennaio: a fronte delle richieste dei sindacati per un rialzo di oltre il 70%, il governo ha optato per il +30%, portando il salario minimo a 22.100 lire turche, pari a circa 600 euro.
“L’orientamento restrittivo della politica monetaria sarà mantenuto fino a quando non sarà raggiunto un calo significativo e duraturo della tendenza di fondo dell’inflazione mensile e le aspettative di inflazione convergeranno verso l’intervallo previsto”, ha aggiunto la banca centrale che a novembre ha alzato le previsioni dell’inflazione, prevedendo che il tasso salga al 44% entro la fine dell’anno e rallenti al 14% entro la fine del 2025. A maggio l’indice dei prezzi aveva superato il 75% su base annua ma a novembre ha rallentato per il sesto mese consecutivo attestandosi al 47,1% su base annua.
Di fronte all’impennata dei prezzi, alimentata dalla debolezza della lira turca, la banca ha aumentato il tasso di riferimento dall’8,5% al 50% tra giugno 2023 e marzo 2024. (AGI)