Turchia: dopo ‘caccia al siriano’ in 3 mila in fuga da Kayseri

A Syrian migrant man and daughter stand in front of their shelter in Ulus district, the old part of Turkish capital Ankara, Turkey, Sunday, Oct. 23, 2022. Hundreds of Syrian men and boys were detained, beaten and forcibly returned to their country by Turkish authorities over a six-month period, a leading human rights group said Monday, Oct. 24. The Turkish government has in the past rejected accusations of forcibly returning refugees to Syria. (AP Photo/Burhan Ozbilici)


Dopo gli attacchi xenofobi subiti dalla comunita’ siriana della citta’ di Kayseri il mese scorso ben 3 mila rifugiati hanno abbandonato la citta’ del centro dell’Anatolia e 24 esercizi commerciali hanno chiuso. E’ il risultato di un’indagine svolta dall’attivista per i diritti dei siriani Taha Elgazi e pubblicata dal media indipendente Duvar. Secondo Elgazi molti cittadini siriani sono fuggiti nei villaggi e nei piccoli centri della provincia, impossibilitati a compiere piu’ lunghi spostamenti a causa delle limitazioni imposte dal permesso di soggiorno in Turchia, mentre altri si sono messi in viaggio con la speranza di raggiungere l’Europa. Una vera e propria fuga, ch ha determinato la chiusura di 24 tra attivita’ commerciali e piccole imprese di Kayseri. Quest’ultima e’ una delle citta’ piu’ importanti dell’Anatolia Centrale, anche dal punto di vista economico.
A provocare la fuga dei siriani furono i fatti della notte del 30 giugno scorso, quando nella citta’ scatto’ una vera e propria ‘caccia all’uomo’ in seguito alla diffusione della notizia di una molestia sessuale da parte di un rifugiato siriano nei confronti di una ragazzina di sette anni. Ne scaturi’ una caccia al siriano e violenti scontri: numerosissimi negozi, tutti appartenenti a cittadini siriani, furono devastati o dati alle fiamme, decine di auto e motociclette distrutte, 10 poliziotti e 4 vigili del fuoco feriti. Il molestatore, colto in flagrante mentre si trovava in un bagno con la figlia di un parente, fu consegnato alla polizia da alcuni cittadini turchi. Le forze dell’ordine hanno dovuto schierarsi in forze per evitare il linciaggio dell’uomo. L’arresto non e’ servito a placare la tensione nei giorni seguenti, mentre sui social la tempesta antisiriani imperversava con la diffusione delle immagini degli scontri e polemiche nei confronti del governo. Sono sempre di piu’ in Turchia coloro che ritengono il presidente Recep Tayyip Erdogan responsabile del fatto che nel Paese attualmente vivano circa 3.7 milioni di siriani. Al termine dell’indagine sugli scontri avvenuti a Kayseri ben 474 persone sono state arrestate dalle forze di sicurezza. Erdogan ha bollato gli episodi come “inaccettabile vandalismo”, accusando l’opposizione di fomentare un sentimento antimigranti. (AGI)
TUY/VEN