“La Repubblica e’ la nostra fonte di vita, il nostro tesoro. Siamo in una nuova era”. Sono le parole scelte dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan per celebrare i 100 anni della Repubblica turca. Questa mattina aveva fatto visita al mausoleo del padre della patria, Mustafa Kemal, quell’Ataturk che e’ la figura simbolo di questo centenario. Poi ha fatto da padrone di casa a un grande ricevimento cui hanno preso parte gli ambasciatori ad Ankara. Nel discorso della sera Erdogan ha scelto un profilo basso, inclusivo, un tentativo di immedesimarsi nel ruolo di presidente di tutti in atto gia’ dalla vittoria nelle elezioni di maggio, nonostante le critiche e la profonda crisi dell’economia. Da quel successo elettorale ha ereditato la responsabilita’ di essere l’unico politico al potere piu’ a lungo del mito Ataturk. “Come ci ha insegnato il nostro padre fondatore ‘la Repubblica non e’ stata ottenuta gratis, ma dal sangue’, ha arringato la folla Erdogan toccando il vivissimo sentimento nazionalista, anch’esso parte del messaggio di Ataturk. Poi ha guardato al futuro, promettendo una nuova nave da guerra e una nuova costituzione liberale. “Con il centenario si chiude una fase. E’ giusto che la Turchia spieghi le vele verso una nuova epoca”, ha promesso Erdogan. Il presidente turco ha poi elencato i successi ottenuti dal proprio Paese sotto la sua guida. Dall’istruzione alla sanita’, dalle infrastrutture al sistema giudiziario, fino all’energia e all’economia, che dopo la terribile crisi dei mesi scorsi è ora in leggera crescita. Dopo le parole al vetriolo rivolte ieri a Israele, il leader turco e’ tornato a parlare anche di Gaza. “Stiamo provando ad aiutare i nostri fratelli palestinesi. Ataturk disse ‘nessuno tocchi la Palestina’. Ieri erano presenti un milione e mezzo di persone e il messaggio e’ chiaro e la storia lo dimostra. Come abbiamo fatto in Corea, Cipro, Iraq, Libia, Yemen e Karabak, il mondo sappia che proteggeremo il futuro della nostra regione con decisione”. Le parole di Erdogan arrivano mentre il Paese e’ ancora in festa. I turchi sin dalle prime ore del mattino si sono riversati in strada prendendo parte a numerosi eventi, quasi tutti indossando un capo di vestiario rosso. Schermi e palchi riempiono le piazze delle citta’. Sui primi vengono proiettate immagini del passato del Paese, dalla guerra di indipendenza fino al golpe, mentre sui palchi si alternano musica tradizionale e concerti. Moltissime le bandiere su magliette e vestiti, su mezzi di trasporto ed edifici pubblici, su auto, motorini e finestre. Mezzi pubblici gratuiti per l’occasione e piani speciali per la viabilita’ non hanno impedito che si creassero enormi ingorghi. La festa e’ iniziata con la corsa del centenario, evento podistico che prevedeva anche distanze brevi. Nel pomeriggio, jet da guerra hanno compiuto evoluzioni nel cielo del Bosforo, eseguendo spregiudicate acrobazie a bassa quota e disegnando un enorme cuore di fumo bianco nel cielo. Tra questi le ‘frecce turche’ e il solista dell’aeronautica, il seguitissimo ‘SoloTurk’. Decine di migliaia di persone hanno osservato lo show, affollando ogni metro di costa. Dopo lo spettacolo a solcare i cieli sono stati quattordici aerei tra F16 e F4 dell’aeronautica di Ankara, apripista alla piu’ grande parata della storia della Marina militare turca, “100 navi per i 100 anni” che hanno sfilato dal Mare di Marmara verso il Mar Nero. Stasera, un nuovo spettacolo di luci e laser ha illuminato il cielo di Istanbul. (AGI)
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