Tunisia: società civile definisce “negativo” il 2023


Raccomandazioni del Consiglio diritti umani dell’Onu non attuate

TUNISI, 05 APR – La Coalizione di Osservazione Civile per l’Esame Periodico Universale (Upr), che monitora l’attuazione da parte della Tunisia dei suoi impegni internazionali, afferma che la performance complessiva del Paese nell’ultimo anno è stata “negativo”.

La Coalizione, in occasione di una conferenza stampa presso la sede del sindacato dei giornalisti, ha affermato nel suo rapporto periodico che la Tunisia non ha iniziato ad attuare le 192 raccomandazioni del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dal 24 marzo 2023.
In particolare Wahid Ferchichi, ha sottolineato che la Tunisia non ha ancora mostrato “serietà” nell’attuazione dei suoi impegni internazionali, rilevando che il 24 marzo 2023 la Tunisia aveva ricevuto circa 281 raccomandazioni dagli Stati membri del Consiglio per i diritti umani, accettandone 192 e prendendo nota di altre 89, non respinte formalmente.

Secondo la stessa fonte, aumentando il numero dei processi previsti dal decreto legge 54 (decreto anti fake news), la Tunisia ha violato ancora una volta i diritti umani che si era obbligata a tutelare in base alle raccomandazioni accettate.

Ferchichi ritiene inoltre che la rappresentanza delle donne nell’Assemblea dei rappresentanti del popolo e nel Consiglio nazionale delle regioni e dei distretti sia rimasta “molto bassa” a causa del decreto legge n.
55/2022, che modifica la legge organica del 2014 su elezioni e referendum. Per quanto riguarda i diritti economici e sociali, la Tunisia non ha fatto progressi in questo settore e si è rammaricata della mancata integrazione di due milioni di persone senza assicurazione sanitaria, nonostante l’accordo firmato per estendere l’assicurazione sanitaria a diverse categorie, tra cui i disoccupati e i migranti.

Dalla conferenza stampa è emerso anche che nel settore dei diritti ambientali, la Tunisia non ha ancora adottato una strategia nazionale sul cambiamento climatico, nonostante i suoi impegni e le sfide climatiche che deve affrontare, in particolare la siccità e la scarsità di risorse idriche. Per quanto riguarda i diritti dei gruppi e delle collettività, la Coalizione ha affermato che “lo Stato tunisino non ha attuato nessuna delle raccomandazioni accettate”, segnalando l’aumento dei casi di violazione dei diritti dei migranti sul territorio tunisino, l’aumento della violenza contro le donne e il perdurare dell’obbligatorietà dell’autorizzazione giudiziaria per il matrimonio con minori.

Per quanto riguarda le persone con disabilità, la legislazione tunisina non è stata allineata agli standard internazionali, in particolare per quanto riguarda l’accesso agli spazi pubblici e il rafforzamento del loro diritto all’istruzione. La coalizione civile che monitora l’UPR comprende le seguenti associazioni: la Lega tunisina per i diritti umani, Al Bawsala, l’Organizzazione tunisina contro la tortura, l’Associazione dei giudici tunisini, il Forum tunisino dei diritti economici e sociali e Avvocati senza frontiere.

fonte: ANSA