Tunisia: sindacato in piazza, “riprenda trattativa sui salari”


Migliaia di persone sono scese in strada a Tunisi per la manifestazione organizzata dall’Unione Generale dei Lavoratori Tunisini, il principale sindacato del Paese, per protestare davanti alla sede del governo contro il deterioramento della situazione economica e sociale e il rifiuto di l’esecutivo a riprendere le trattative salariali.
Questa situazione è il risultato del “fallimento” delle politiche pubbliche mentre lo Stato rimborsa i debiti esteri pendenti – l’ultimo, lo scorso febbraio, di 850 milioni di dollari – “a scapito della popolazione e della carenza di prodotti di base”, ha spiegato il segretario generale della confederazione sindacale, Noereddine Taboubi, in un discorso ai manifestanti.
L’organizzazione ha denunciato anche arresti ai danni dei suoi leader, l’ultimo giovedì, del vice segretario generale responsabile del settore privato, Tahar Mezzi, che è stato rilasciato 24 ore dopo dopo essere comparso davanti alla Procura. Un caso definito “un’invenzione” dal sindacato, che ha accusato le autorità di utilizzare questi arresti per “minacciare” i diritti sindacali e ostacolare le mobilitazioni.
L’Ugtt chiede di attuare gli accordi firmati con le diverse amministrazioni e di sospendere una controversa circolarem, approvata nel 2021, che richiede l’autorizzazione preventiva del governo centrale per avviare qualsiasi tipo di trattativa tra ministeri e sindacati.
La crescita dell’economia tunisina si è attestata allo 0,4% nel 2023, la disoccupazione ha superato il 16% – fino al 40% tra la popolazione giovane – mentre l’inflazione ha raggiunto una media dell’8%. Il Paese sta cercando di ripagare i propri debiti e di coprire la domanda di prodotti di base – sovvenzionati dallo Stato – mentre la popolazione ha sofferto nell’ultimo anno continue carenze di prodotti alimentari di base come farina, riso o zucchero. (AGI)
MAN