Tunisia: Said nega arresti per reati opinione, “ci denigrano”


Il presidente tunisino Kais Said ha negato “categoricamente” che ci siano stati arresti per reati di opinione e ha accusato i suoi oppositori, “vicini agli ambienti coloniali e alle potenze straniere”, di portare avanti campagne di denigrazione dell’attuale politica locale. “Respingo che ci sia stata incarcerazione di qualsiasi persona per le sue idee o opinioni . La libertà di espressione è garantita dalla Costituzione”, ha affermato il presidente in un incontro con il ministro della Giustizia, Leila Jaffel, prima di aggiungere che non accetterà che nessuno “danneggi” il Paese o “offuschi” la sua immagine all’estero. I recenti contestati arresti si basano su una legge voluta da Saied nel 2022 che permette di punire con pene fino a 10 anni di carcere la diffusione di “notizie false”.
Per i partiti politici, ha dichiarato, “la libertà di espressione è sinonimo di diffamazione, disprezzo e commenti offensivi” e si permettono di “interferire negli affari del Paese o dare lezioni di libertà”. In questo senso, ha affermato che queste “polemiche inventate” che nascono attorno a “falsi dibattiti” sono legate alle circa cinquanta “famiglie influenti che sono riuscite a conquistare il Paese e che sono le principali responsabili dell’aumento della corruzione”.
Il decreto legge 54 approvato unilateralmente da Said nel settembre 2022, che punisce con la reclusione fino a dieci anni “voci” e notizie “false” e per le quali sono state processate almeno sessanta persone, non rappresenta, ha assicurato, un attentato o restrizione all’esercizio della libertà di pensiero. Due noti giornalisti critici di Saied sono stati condannati mercoledì scorso a un anno di prigione sulla base di questo testo definito “liberticida” dal sindacato della stampa. Nell’ultimo mese sono stati arrestati diversi avvocati e funzionari di ONG che difendono i diritti dei migranti. La settimana scorsa l’ONG Human Rights Watch (HRW) ha denunciato l’escalation della repressione dell’Esecutivo e le azioni volte “a mettere a tacere la libertà di espressione, a perseguitare i dissidenti e a reprimere gli immigrati”. La Tunisia è al 118° posto su un totale di 180 paesi secondo la classifica mondiale sulla libertà di stampa stilata da Reporter Senza Frontiere, che segnala un aumento della persecuzione dei giornalisti critici nei confronti del presidente. Said non si è ancora espresso sulla sua possibile candidatura alle prossime elezioni presidenziali, previste per la fine dell’anno, e l’opposizione invita al boicottaggio visto che non ci sono garanzie per elezioni libere mentre una ventina di esponenti politici si trovano in carcerazione preventiva, da più di un anno, perché accusati di “complotto contro la sicurezza dello Stato”. (AGI)
VEN