Tunisia oggi al voto, vittoria scontata per Saied


Quasi dieci milioni di tunisini sono chiamati alle urne oggi per le elezioni presidenziali: l’esito del voto è ampiamente scontato e vedrà la riconferma al potere dell’attuale presidente Kais Saied.
Cinque anni fa Saied fu votato in maniera entusiasta dai cittadini tunisini: l’esperto costituzionalista era stato eletto con quasi il 73% (e un’affluenza intorno al 58%), con la promessa di ripristinare l’ordine dopo 10 anni di declino socioeconomico e instabilita’ politica. Eletto democraticamente nel 2019 con lo slogan “Il popolo vuole”, il 66enne presidente tunisino godeva ancora di una forte popolarita’ ancora nel luglio del 2021, quando ha preso i pieni poteri, destituendo il suo governo e sospendendo il Parlamento, prima di riformare la Costituzione nel 2022 per istituire un sistema ultra-presidenziale.
Ma negli ultimi anni, l’opposizione e le ONG tunisine e straniere hanno denunciato una involuzione delle liberta’, la messa sotto controllo della giustizia e l’arresto dei principali oppositori, tra cui il leader del movimento islamo-conservatore Ennadha, Rached Ghannouchi, e Abir Moussi, leader del Partito Destouriano Libero (PDL), nostalgico di Ben Ali e Bourguiba. Amnesty International ha denunciato “un preoccupante declino dei diritti fondamentali nella culla della Primavera Araba” e “una svolta autoritaria”. Il governo e’ anche accusato di aver messo la museruola alla stampa dopo avere approvato un controverso decreto sulle “fake news”, nonchè di soffocare la societa’ civile con l’arresto di sindacalisti, attivisti e commentatori politici. Sul piano internazionale Saied ha confermato gli stretti legami con la vicina Algeria, che sostiene Tunisi con crediti e spedizioni di idrocarburi a prezzi vantaggiosi. Difensore del panarabismo, Saied sostiene la causa palestinese e si è avvicinato alla Cina, all’Iran e alla Russia, anche se l’Unione Europea resta il suo principale partner commerciale e donatore, e gli Stati Uniti il ​​suo fornitore di armi.    Nato nel 1958 a Beni Khiar, vicino a Nabeul (centro-est) in una famiglia borghese e conservatrice nei costumi, è sposato con la magistrata Ichraf Chebil ed è padre di tre figli. Ha insegnato diritto costituzionale fino al suo pensionamento nel 2018.
Per sfidare Saied sono stati selezionati solo tre dei 17 candidati che si erano proposti, al termine di un processo elettorale criticato per una serie di sponsorizzazioni difficili da ottenere e per l’esclusione da parte dell’autorita’ elettorale dei concorrenti piu’ seri. “Dal 25 luglio 2021 la parentesi della democratizzazione ha cominciato a chiudersi” ma “e’ stata raggiunta un’ulteriore pietra miliare con il tentativo di prevenire ogni possibilita’ di alternanza”, ha detto all’AFP il politologo tunisino Hatem Nafti. Saied affrontera’ Zouheir Maghzaoui, 59 anni, difensore del panarabismo, con “una base elettorale reale” ma che “rimane associato al colpo di stato” dell’estate 2021 da lui sostenuto, sottolinea Nafti. L’altro candidato in corsa è Ayachi Zammel, industriale alimentare e politico liberale di 47 anni, incarcerato il giorno della conferma della sua candidatura, il 2 settembre, per falsificazione di sponsorizzazioni e gia’ condannato a piu’ di 14 anni di reclusione in vari processi per direttissima, il che non ha impedito la sua candidatura.
Anche l’affluenza alle urne dovrebbe essere bassa data la crescente disaffezione dei cittadini. La partecipazione, scesa al 30,5% durante il referendum sulla Costituzione del 2022, e’ scesa all’11,3% durante le elezioni legislative di inizio 2024. L’attenzione degli elettori tunisini sono concentrati soprattutto sull’alto costo della vita, con un’elevata inflazione (intorno al 7%), una bassa crescita (intorno all’1%) e un’elevata disoccupazione (16%), soprattutto tra i giovani, che oggi sono sette su 10 a volere lasciare il Paese legalmente o illegalmente, secondo Arab Barometer. E proprio la questione migratoria “e’ al centro delle preoccupazioni europee”, il che spiega, secondo Nafti, la passivita’ di Bruxelles di fronte ai crescenti attacchi ai diritti fondamentali, dal momento che “Kais Saied e’ un’eccellente guardia di frontiera”. (AGI)
MGM