Per ottenere maggiori prove sugli intervalli ottimali di screening mammografico, i ricercatori hanno utilizzato questo database per confrontare 8.145 pazienti con tumore al seno che avevano almeno una mammografia in archivio prima della diagnosi. L’intervallo di screening è stato considerato annuale se il tempo tra le mammografie era inferiore a 15 mesi, biennale se compreso tra 15 e 27 mesi e intermittente se superiore a 27 mesi. Ebbene, la percentuale di tumori in fase avanzata è risultata del 9%, 14% e 19% rispettivamente per i gruppi di screening annuale, biennale e intermittente. I gruppi biennale e intermittente avevano una sopravvivenza complessiva sostanzialmente peggiore rispetto al gruppo annuale.
“La percentuale di tumori in fase avanzata è aumentata in modo significativo con l’aumento degli intervalli degli screening”, afferma Zuley. “Le mammografie annuali sono fondamentali per la diagnosi precoce del tumore al seno, il che aumenta la probabilità di sopravvivenza, riduce i danni per i pazienti perché il trattamento potrebbe non dover essere così intenso, rende più facile la guarigione e può abbassare il costo delle cure”, conclude.Le donne over 40 a cui è stato diagnosticato un tumore al seno e che si sono sottoposte regolarmente allo screening mammografico ogni anno hanno meno probabilità di avere un cancro in fase avanzata e hanno una sopravvivenza complessiva più elevata rispetto a quelle che si sono sottoposte a screening ogni due anni o meno spesso. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di una nuova ricerca dell’Università di Pittsburgh e dell’UPMC, pubblicata sul Journal of Clinical Oncology. “Solo circa il 65% delle donne sopra i 40 anni viene sottoposto a screening per il cancro al seno e solo circa la metà di queste donne si sottopone a screening annuale, in parte a causa di linee guida contrastanti sugli intervalli di screening raccomandati”, afferma l’autrice principale dello studio Margarita Zuley, professoressa e responsabile della Divisione di imaging mammario presso il Dipartimento di radiologia di Pitt e UPMC.
“Il nostro studio dimostra che esiste un vantaggio significativo per lo screening annuale rispetto allo screening biennale, anche nelle donne in premenopausa”, aggiunge. Sebbene molti studi clinici abbiano dimostrato i benefici dello screening mammografico per il cancro al seno, le linee guida differiscono sulla frequenza con cui le donne dovrebbero sottoporsi allo screening. L’American College of Radiology e diverse altre organizzazioni consigliano uno screening annuale dopo i 40 anni, mentre la US Preventive Services Task Force raccomanda uno screening biennale a partire dai 40 anni. Poiché negli Stati Uniti non esiste un registro nazionale del tumore al seno, i ricercatori hanno recentemente sviluppato un ampio database istituzionale per comprendere meglio i risultati concreti per le pazienti affette da tumore al seno. (AGI)