Detenuto “P01135809”, schedato con il numero 2313827. E sottoposto alla foto segnaletica, l’umiliazione del cosiddetto “mug shot” riservato alle persone arrestate. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un presidente o ex presidente è stato immortalato in una foto di riconoscimento da parte di un organo di polizia: Donald Trump è stato formalmente arrestato e detenuto per pochi minuti nel carcere di Fulton County, raggiunto da tredici capi d’accusa legati al tentativo, in concorso con altre diciotto persone, di sovvertire in Georgia il risultato elettorale delle presidenziali del 2020.
Poco prima di lasciare l’aeroporto di Atlanta a bordo del suo aereo privato, Trump ha parlato di “parodia della giustizia”. “Non ho fatto niente di sbagliato – ha detto, rivolto ai reporter che lo attendevano sulla pista – noi abbiamo tutti i diritti di contestare un’elezione ritenuta disonesta, e noi pensiamo che sia stata molto disonesta”. “E’ un momento molto triste”, ha commentato, “questa è un’interferenza elettorale”, ha ribadito, prima di avviarsi verso l’aereo, senza rispondere alle domande urlate dai giornalisti.
Meno di mezz’ora prima, il tycoon aveva lasciato il carcere, dietro il pagamento della cauzione da 200 mila dollari concordata dagli avvocati: 80 mila per il capo d’accusa principale, la violazione del Rico Act, la legge creata per contrastare le gang criminali, e 10 mila dollari per ognuno degli altri dodici reati per cui è stato incriminato.
Il nome di Trump era apparso pochi minuti prima nella schedatura ufficiale del dipartimento dello sceriffo della contea. Dati anagrafici e fisici elencati come un criminale qualunque: alto 1,92, peso 97 chili, capelli “biondi o fragola”, “occhi blu”. Quando è stata pubblicata la scheda, uno dei conduttori principali della Cnn, Jake Tapper, ha reagito con un sorpreso “aspetta, aspetta, cosa?”, leggendo che Trump aveva dichiarato come peso “215 pounds”, dieci chili meno di quelli che generalmente gli vengono attribuiti. La reazione del conduttore, andata in diretta, è diventata virale sui social americani, ma è stato l’unico momento leggero di una giornata storica e drammatica.
Una volta lasciato l’aeroporto di Atlanta, l’attesa dei media si è concentrata sul momento più atteso: la pubblicazione della foto segnaletica. La prima di un ex presidente del Paese più potente al mondo. Secondo quanto previsto in questo caso, lo sceriffo aveva tempo fino alle 16 di domani per rendere pubblico il “mug shot” dell’ex presidente, ma ha anticipato i tempi, così come aveva fatto con tutti gli altri incriminati, dall’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani, al suo ex capo dello staff, Mark Meadows. Nella foto segnaletica Trump appare con sguardo accigliato, indurito, minaccioso, la mascella serrata, mentre fissa l’obiettivo, il volto leggermente inclinato verso il basso.
E’ una foto senza precedenti, che mette il sigillo sulla quarta incriminazione di Trump in cinque mesi, mentre i sondaggi tra gli elettori repubblicani lo danno come il grande favorito per la nomination finale in vista delle presidenziali del prossimo anno. Ma quella immagine, che apparirà a lungo su tutte le televisioni americane, tornerà più volte nei prossimi mesi. Da stasera fa parte ufficialmente della storia degli Stati Uniti, e della campagna elettorale 2024. (AGI)
NWY/SCA