AGI – “Sono stati quattro incredibili anni. Stiamo cercando di farne altri quattro. Altrimenti ci rivediamo tra quattro anni”. Donald Trump allude così, durante un party per gli auguri di Natale alla Casa Bianca, alla possibilità di correre nuovamente per la presidenza, alle prossime elezioni, nel 2024. Secondo indiscrezioni di stampa, Trump avrebbe intenzione di “rovinare” la festa di inaugurazione dello sfidante democratico Joe Biden, annunciando proprio il prossimo 20 gennaio l’intenzione di ricandidarsi tra quattro anni.
Intanto, il dibattito politico statunitense è dominato dall’indagine del dipartimento di Giustizia su presunte tangenti a personalità della Casa Bianca o affiliate alla Casa Bianca in cambio della grazia da parte del presidente. “L’indagine sulla grazia è una fake news”, ha tagliato corto Trump, commentando su Twitter. Ma da documenti giudiziari, divulgati dal tribunale distrettuale del Distretto di Columbia, il dipartimento di Giustizia avrebbe puntato i fari in particolare su due persone, di cui non è stata resa nota l’identità, che avrebbero impropriamente agito da lobbisti per assicurare a terze persone la grazia del presidente. Questo schema criminale, si legge nei documenti in parte censurati, prevederebbe “un cospicuo contributo politico in cambio della grazia presidenziale o di uno sconto di pena”.
Le indiscrezioni del ‘New York Times’
Secondo il ‘Nyt’, il presidente Usa avrebbe discusso con i suoi consiglieri la possibilità di concedere una “grazia preventiva” ai suoi tre figli adulti, al genero e all’avvocato personale, Rudy Giuliani. Trump avrebbe manifestato la sua preoccupazione che il ministro della Giustizia nominato il presidente Joe Biden potrebbe prendere di mira tre dei figli di Trump, Donald Jr, Eric e Ivanka, oltre al genero, Jared Kushner. Nessuno di loro è però al momento incriminato. Il figlio maggiore, Donald Jr, era finito sotto inchiesta per il Russiagate, riguardo presunti contatti con emissari russi che avevano offerto la possibilità di danneggiare la campagna di Hillary Clinton, avversaria di Trump nel 2016. Ma Donald Trump Jr non è mai stato incriminato. Kushner, invece, avrebbe fornito informazioni false alle autorità federali circa i suoi contatti con alcuni stranieri ma la sua posizione è stata archiviata. Di cosa potrebbero essere accusati Eric e Ivanka, invece, non è chiaro, anche se la figlia è stata chiamata in causa per una presunta frode fiscale messa in piedi assieme al padre, attraverso il pagamento di una somma fatta passare come consulenza. Anche per Giuliani non ci sono accuse specifiche ma l’avvocato, è l’ipotesi del New York Times, potrebbe dover rispondere in futuro della sua frenetica attività in Ucraina alla ricerca di prove per screditare Biden e il figlio, Hunter, e colpire l’avversario di Trump in piena campagna presidenziale.
Trump minaccia veto su legge ‘immunità social’
Su Twitter il capo della Casa Bianca ha poi minacciato di porre il veto sulla legge per la Difesa da 740 miliardi di dollari se non include una misura per eliminare lo scudo penale di cui godono i social media. La sezione 230 del ‘Communication Decency Act’ che garantisce ai social immunità sui post di terze parti, “regalo degli Usa al Big Tech”(le uniche società in America che ne godono – welfare corporate) è una seria minaccia per la nostra sicurezza nazionale e per l’integrità delle elezioni. Il nostro Paese non sarà mai al sicuro se si consente che rimanga in piedi”, ha twittato il presidente. “Pertanto – ha aggiunto – se la molto pericolosa e ingiusta Sezione 230 non viene completamente eliminata nell’ambito del National Defense Authorization Act (Ndaa), sarò costretto a porre un veto inequivocabile sulla legge quando arriverà sul bellissimo ‘Resolute desk’. Riprendersi l’America ora. Grazie”.
Trump ha già minacciato di porre il veto sulla legge per la difesa se non sarà eliminata la clausola che impone al Pentagono di cambiare i nomi delle basi militari intitolate ai soldati confederati. La norma sui nomi dei confederati è prevista sia nella versione della Camera e sia in quella del Senato, sebbene nella prima si impone il cambio di nome entro un anno e nella seconda entro 3 anni.
La Casa Bianca il mese scorso aveva lasciato intendere di poter far cadere questa minaccia di veto a patto che venisse revocata la “Sezione 230”. Trump accusa i social di nascondersi dietro l’immunità legale per censurare i contenuti a loro sgraditi e in particolare le voci dei conservatori. I democratici sono contrari alla totale revoca della Sezione 230 con la legge per la Difesa. “Non credo che sia questa la via”, ha ammonito il mese scorso il presidente della commissione Servizi Armati della Camera, il dem Adam Smith.
Vedi: Trump guarda avanti, "Ci rivediamo tra quattro anni"
Fonte: estero agi