Trump esalta la "maggioranza silenziosa più forte che mai", ma allo stadio non fa il pieno


AGI – Con meno seguito, ma non con meno forza, Donald Trump è tornato a parlare ai suoi sostenitori nel primo comizio dopo più di tre mesi di lockdown. In una Bok Arena di Tulsa, Oklahoma, riempita solo per due terzi il presidente ha rilanciato la sua sfida per le presidenziali, ripartendo dalle parole pronunciate esattamente un anno fa a Orlando, Florida: “Cominciamo la nostra campagna”. “Siamo il partito della legge e dell’ordine – ha arringato – siamo il partito di Abramo Lincoln, e voi i guerrieri”. Trump ha parlato a braccio, come sempre, per quasi due ore, alternando attacchi alla Corte Suprema, accusata di “aver avviato l’occupazione”, criticato le “fake news” per “aver tenuto la folla lontana, spaventandola con il rischio contagi”. 

L’attacco a Biden

Il presidente ha attaccato più volte il suo sfidante, il democratico Joe Biden, definito “pupazzo indifeso mosso dai radicali di sinistra”,e dicendo: “Ho fatto più io per i neri in quattro anni che lui in 47”. Ha attaccato chi ha abbattuto le statue di Cristoforo Colombo, accusato di essere stato un colonialista, dichiarando il suo “amore per l’Italia”, e promesso che vincerà il 3 novembre. E ha fatto tutto questo nel giorno in cui la piazza lo ha un po’ deluso: alla vigilia, la sua campagna aveva parlato di entusiasmo tracimante, con quasi un milione di richieste di biglietti a fronte dei 19 mila posti disponibili per assistere al comizio. Ma non c’è stato il bagno di folla. 
 

I vuoti nello stadio

Trump ha annullato l’incontro all’aperto perché la piazza era semivuota. L’Arena si è presentata piena solo a poco più di metà, l’anello superiore deserto. Prima della pandemia che ha fermato il Paese, frenato l’ascesa economia, provocato fino a 40 milioni di disoccupati, il presidente aveva riempito arene grandi il doppio. Ma in questo momento l’America è ferita, fiaccata dalla crisi, attraversata da manifestazioni di proteste in molte città.

Tulsa, poi, è al centro di un picco di contagi che aveva spinto, alla vigilia, amministratori e dirigenti sanitari, a chiedere a Trump di annullare l’evento. Il presidente non si è perso d’animo: davanti a una platea comunque calorosa, entusiasta, in cui quasi nessuno ha indossato la mascherina, nonostante venissero distribuite all’ingresso, Trump ha toccato molti punti per ribadire il suo messaggio: lui è il garantire dell’ordine e di un’America che tornerà forte in economia, Biden quello dei radicali, anarchici che “puntano a gettare il Paese nel disordine”. 

Il presidente ha promesso che i dati economici “torneranno ai livelli più grandi di sempre entro il 3 novembre”, giorno delle presidenziali. Ha ricordato di aver “salvato centinaia di migliaia di vite”, bloccando l’arrivo di passeggeri dalla Cina “prima di qualsiasi altra nazione nel mondo”. Ha ironizzato sui molti nomi con cui il virus viene chiamato, definendolo per la prima volta “Kung-flu”. 
 

Le ironie sulla sua salute

Trump è tornato, con ironia, sui dubbi sollevati dai media riguardo le sue condizioni di salute. Ha spiegato perché era sceso lentamente lungo la rampa del palco dell’accademia militare di West Point. “Era molto ripida e scivolosa – ha commentato, scatenando le risate – non volevo ritrovarmi con il c…. per terra”. Poi ha ha preso un bicchiere e ha bevuto due volte, utilizzando solo la mano destra, e non due, come era successo a West Point, gesto che aveva suscitato perplessità. I fans erano divertiti. Poi il messaggio di sfida al movimento di Black Lives Matter: “Non ci inchineremo mai davanti al nostro inno e alla nostra grande bandiera americana”. “Non ci fermeremo dal combattere – ha concluso – nel difendere la nostra Costituzione, noi crediamo nella famiglia, nel sistema americano e non nella burocrazia. Noi non cambieremo il nostro motto: crediamo in Dio, e il nostro obiettivo resta sconfiggere il fascismo e il comunismo per fare del nostro Paese il più grande del mondo”. E poi lo slogan finale: “Il meglio deve ancora venire”. I supporters lo hanno salutato con l’ovazione. La campagna, in ogni caso, è ripartita e Trump non ha perso entusiasmo. 

Al termine del comizio ci sono stati momenti di tensione quando un gruppo di uomini armati ha seguito i manifestanti anti-Trump e uno di loro con una maglietta raffigurante il presidente è uscito dall’auto e ha spruzzato spray al peperoncino contro i rivali. La polizia è intervenuta col lo spray irritante per disperdere i facinorosi.

Vedi: Trump esalta la "maggioranza silenziosa più forte che mai", ma allo stadio non fa il pieno
Fonte: estero agi