Settant’anni fa, il 26 ottobre 1954, “la Patria tornava a Trieste e Trieste tornava alla Patria. Una giornata scolpita nella memoria del popolo italiano, arrivata al culmine di una lunga storia d’amore e di sofferenze, di sconfitte e di vittoria, di amarezze e di speranze”. Lo scrive Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in un messaggio pubblicato dal quotidiani del Gruppo Nem, in occasione dell’anniversario che sarà celebrato oggi con le cerimonie che inizieranno questa mattina in città alla presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
“Mi auguro che il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia sia l’occasione per rinnovare una promessa e fissare nuovi traguardi da raggiungere. Quella promessa è ribadire la dichiarazione di fedeltà alla Patria, alla sua identità, ai suoi valori, ai suoi simboli, proiettando nel futuro la storia di cui siamo eredi”, scrive ancora Meloni, evidenziando che “oggi Trieste non è più la città della periferia d’Italia e dell’Europa, ma è al centro di un’Europa radicata in una comune identità fatta di radici, libertà, democrazia, lavoro e opportunità. È una città che, per la sua posizione geografica, è al centro di snodi strategici e può ambire a diventare una grande piattaforma logistica proiettata sull’Adriatico, e dunque del Mediterraneo e non solo”. Il presidente del Consiglio cita le “grandi prospettive di crescita che potrebbero arrivare dallo sviluppo del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, a cui l’Italia ha contribuito a dare vita in ambito G20” e afferma che questa “è una iniziativa strategica fondamentale, di cui intendiamo essere protagonisti e nella quale possiamo svolgere un ruolo decisivo”. Meloni sottolinea che Trieste, “allo stesso tempo ‘la più italiana’ e ‘la più mitteleuropea’ tra le città italiane, è anche un ponte naturale tra l’identità italiana e latina, con quella dei popoli slavi e germanici a noi più vicini. Questo – spiega – ci consente di giocare un ruolo da protagonista anche nella proiezione verso i Balcani Occidentali, regione che da sempre ha un’importanza fondamentale per l’Italia. Tutto ciò che accade al di là dell’Adriatico ci interessa e noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti di una regione che non può rimanere ancora a lungo fuori dalla casa comune europea. Anche e soprattutto per questo, l’Italia continuerà a lavorare affinché il processo di riunificazione dei Balcani occidentali all’Europa possa proseguire, con slancio e determinazione”. “Ma Trieste – con le sue imprese, il suo tessuto produttivo, la sua proiezione marittima –, può giocare un ruolo importante anche per sostenere l’innata vocazione geopolitica dell’Italia a guardare verso Sud, il Mediterraneo allargato e l’Africa, anche con la spinta propulsiva del Piano Mattei, che significa approccio positivo, paritario e non predatorio con i popoli e le Nazioni di quel continente”, afferma ancora.
“Settant’anni fa Trieste tornava all’Italia – conclude – Oggi celebriamo questa lunga storia d’amore, con l’alzabandiera solenne in piazza dell’Unità d’Italia, i tricolori alle finestre e gli occhi al cielo per ammirare la meraviglia delle Frecce Tricolori. L’anima di Trieste, intrisa di un’italianità profonda e tormentata, chiede prospettive, orgoglio, futuro. E noi siamo pronti a sostenere quest’ambizione. Perché Trieste è parte di noi. Trieste è Italia”. (AGI)