Tessile: rischiano in 700 nel distretto di Martina Franca


Settecento lavoratrici e lavoratori del tessile di Martina Franca (Taranto) rischiano l’espulsione dal mondo del lavoro in assenza di strumenti di sostegno al comparto e al reddito. È il problema segnalato oggi alla Regione Puglia che, attraverso la task force Lavoro e occupazione, presieduta da Leo Caroli, ha convocato le parti per il punto della situazione. Presenti anche Confindustria, CNA Moda e Comune di Martina Franca. “Parliamo di un contesto produttivo frequentemente in ombra – afferma Francesco Bardinella, segretario Filctem Cgil Taranto – perché si tratta di micro-imprese, spesso contoterziste, che a volte hanno difficoltà a fare sistema e massa critica, ma anche a costruire un unico cartello vertenziale. Su circa 40 imprese e un migliaio di lavoratori abbiamo acceso un faro – sottolinea Bardinella – e chiediamo una strategia d’azione che annulli gli effetti della recessione e dall’aggressione dei mercati emergenti”. Regione Puglia e Comune di Martina Franca hanno condiviso con i sindacati “la necessità di convertire il distretto della moda in una produzione ad alto valore aggiunto da difendere insieme al lavoro che produce. Regione Puglia e amministrazione di Martina Franca si sono detti disponibili a sostenere i sindacati che nei prossimi giorni incontrerà il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per la richiesta di misure di ulteriore sostegno al reddito (oltre la cassa integrazione ordinaria) destinate ai lavoratori del settore”. Infine, “a settembre il tavolo regionale tornerà a riunirsi ma prima di allora la tack force è pronta a dettagliare un piano di ulteriore riqualificazione e formazione del personale e a commissionare un’analisi sulla condizione di salute del comparto TAC (Tessile Abbigliamento Calzaturiero) in tutto il territorio regionale”. (AGI)