Il giorno dopo l’infuocato annuncio dell’ex premier ed ex sindaco di Londra, i giornali britannici e del mondo intero raccolgono commenti e analisi sulla scelta di Johnson, che ha anticipato i risultati dell’indagine “bipartisan” sulle sue dichiarazioni riguardanti le feste a Downing Street durante il lockdown. Aveva o no mentito ai parlamentari? Johnson ha saputo in anticipo il “verdetto” che avrebbe causato la sua sospensione dalla Camera dei Comuni, e si è detto convinto che lo scopo della commissione fosse fin dall’inizio quello di dichiararlo colpevole, in quello che ha definito un procedimento “inquietante e antidemocratico”. Un suo ex consigliere, Will Walden, è però sicuro che quello di BoJo non sia un addio alla politica: “si sta preparando per il prossimo passo”, ha spiegato oggi. A definirlo un “codardo” è stata invece la vice leader dei laburisti Angela Rayner, secondo la quale l’ex premier “non assume la responsabilità delle proprie azioni. Anche per il presidente laburista del Comitato per i privilegi, Chris Bryant, quella di Johnson è una vera “fuga”: secondo Bryant, che si è autoescluso dall’indagine sul partygate, l’ex primo ministro potrebbe ancora essere accusato di oltraggio al Parlamento dopo la sua “sfuriata narcisistica”.
Il leader laburista Keir Starmer ha lanciato una raccolta di fondi per le elezioni di Uxbridge e ha accusato Johnson di trattare l’opinione pubblica britannica con disprezzo. In una trasmissione radiofonica in diretta della Bbc, ieri sera il pubblico del Galles ha applaudito alla notizia delle dimissioni; secondo un sondaggio di YouGov riportato dalla stessa BBC, la maggioranza dei britannici (il 62% di un campione di circa 5 mila persone intervistate) ritiene che Johnson abbia fatto bene a dimettersi; circa la metà (il 49%) che sia stato disonesto riguardo allo scandalo del Partygate, mentendo in Parlamento. (AGI)