Terremoto oggi Napoli, “possibili altre forti scosse ai Campi Flegrei”


“Eventi superficiali e per questo molto avvertiti” dice all’Adnkronos Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano Ingv

(di Silvia Mancinelli) – Terremoto oggi ancora nella zona dei Campi Flegrei a Napoli. “Associato al sollevamento del suolo c’è l’aumento dello sforzo della crosta e quindi la rottura e la generazione di terremoti” dice all’Adnkronos Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano Ingv, spiegando l’origine dello sciame sismico di questi giorni.

“Se potranno avvenire altri terremoti? E’ una previsione che non possiamo fare, ma tenuto conto dell’attuale fase deformativa molto intensa, ci aspettiamo che avvengano altre scosse anche di magnitudo uguale o maggiore a questa, anche se non molto più grande considerato il tipo di roccia presente in questo vulcano. Sono però terremoti molto superficiali e questo, anche per magnitudo medio-piccole, può generare una facile avvertibilità degli eventi, come è stato per quest’ultimo avvertito nella notte”.

Il vulcanologo De Natale

“La situazione attuale nei Campi Flegrei è abbastanza critica dal punto di vista della sismicità: dal 2006 a oggi il suolo si è sollevato di circa 1 metro e 10cm, parliamo di 15-20 cm in più rispetto al livello del suolo massimo che era stato raggiunto nel 1984” sottolinea all’Adnkronos Giuseppe De Natale, vulcanologo della Società Italiana Geologia Ambientale, ribadendo la necessità di “verificare la vulnerabilità degli edifici intorno all’area e procedere allo sgombero ilo prima possibile”. Secondo l’esperto, la situazione dei Campi Flegrei – a ovest di Napoli nell’area del golfo di Pozzuoli, uno dei centri vulcanici più attivi al mondo – è molto seria.

“Il sollevamento del suolo al quale stiamo assistendo testimonia che c’è una sorgente di pressione interna al sistema che, oltre a generare una pressione che aumenta a profondità tra 0 e 3 km circa, genera il sollevamento del suolo, spacca le rocce e produce i terremoti. Già nel 2018 ho informato le istituzioni scientifiche che il perdurare del sollevamento del suolo e l’aumento della pressione interna avrebbe portato ad un aumento della sismicità, sia in numero di scosse, quindi in frequenza, sia in magnitudo”. De Natale ha anche avvisato che “se il livello del suolo si fosse avvicinato o avesse superato quello dell”84, avremmo avuto una sismicità simile o anche più forte di quella del 1983-84. Ed è esattamente quello che sta succedendo. Dal 2006 a oggi la sismicità è progressivamente aumentata, noi la percepiamo soltanto negli ultimi mesi ma i terremoti c’erano già prima, erano pochi, essenzialmente strumentali, non avvertiti dalla popolazione”.

Il problema alla base, spiega ancora De Natale, è la profondità a cui si verificano questi fenomeni: “Questi eventi si verificano a 2-3 km di profondità, molto in superficie, proprio per questo la cosa da fare urgentemente – e che sarebbe stato meglio fare con largo anticipo – è verificare la vulnerabilità degli edifici intorno alla solfatara, in modo tale da essere sicuri non ci siano edifici particolarmente fatiscenti e in quel caso procedere allo sgombero. Nel 1984, quando la crisi sismica era a livelli di questa, tutta Pozzuoli fu evacuata a Monteruscello; ancora prima, nel 1970 il Rione Terra fu evacuato nel Rione Togliano. Sono atti dovuti, anche se non fanno seguito ad eventi sismici importanti”, conclude l’esperto, che poi specifica che si tratta della sua “opinione, basata su quarant’anni di lavoro in vulcanologia nello specifico sui problemi del bradisismo flegreo”.

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