Ancora cinque anni per L’Aquila, otto invece per completare iter e interventi nei comuni del Cratere. Sono questi i tempi, secondo le stime, per chiudere il percorso di rinascita post terremoto. Una ricostruzione privata che si avvale dell’affidamento semplificato dei fondi e che è a buon punto – con un 75% di ricostruzione completata a L’Aquila e con un 50% nei 56 comuni del cratere – e una pubblica che riguarda scuole, monumenti, teatri, chiese che procede ma più a fatica, con percentuali che si attestano al 50% nel capoluogo e alla metà nei comuni. A 15 anni dal terremoto del 6aprile del 2009 in cui morirono oltre 300 persone, è questa la fotografia che arriva dai territori dove comunque la vita e le attività sociali e culturali sono ampiamente riprese ormai da anni. Il vero problema è rappresentato dunque dal ritorno delle persone nelle case ristrutturate e ricostruite per riparare i danni nel territorio colpito dal sisma. In particolare, mancano ancora 4-5mila abitanti nel centro storico dell’Aquila e migliaia di persone nei comuni del circondario, dove però a molte abitazioni nei borghi si stanno interessando gli stranieri, soprattutto inglesi e americani.
Nel cratere dell’Aquila la ricostruzione privata intesa come riconsegna delle case è arrivata al 75%, con una stima di due anni per finire gli interventi; riguardo l’assegnazione dei contributi, invece, si è all’86% con una stima di tre o quattro anni per l’erogazione dei fondi. Nei 56 comuni del cratere le case private sono state riconsegnate al 50% mentre a livello di assegnazione siamo al 64%, con la stima di cinque anni per completare i lavori e tre anni per espletare l’erogazione dei fondi. Molto meno speditala ricostruzione pubblica: al 50% all’Aquila, meno del 50% in quelli del cratere. A livello di ricostruzione privata si è quasi al 60% nei 121 comuni fuori cratere, con 3.334 pratiche concluse per 617 milioni di euro su 4.256 pratiche presentate per 1,1 miliardi di euro. “La ricostruzione degli edifici privati della città dell’Aquila ha raggiunto percentuali ragguardevoli – spiega il responsabile dell’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila Antonio Provenzano – In centro storico sono stati emessi tutti i pareri e sono stati ricostruiti 8palazzi su 10. Nella periferia della città è tutto ricostruito, mentre nelle frazioni sono stati ricostruiti 7 palazzi su 10. Gli sforzi, a 15 anni dal sisma, sono concentrati sulla ricostruzione degli immobili pubblici ed in particolare sulle scuole, sui teatri, sui luoghi di aggregazione, anche in ottica di valorizzare la grande opportunità de “L’Aquila capitale della cultura 2026”, Positivo anche il giudizio del capo dell’ufficio speciale per la ricostruzione dei 56 comuni del cratere, Raffaello Fico: “Siamo a buon punto, le nuove funzioni assegnate all’ufficio hanno di fatto potenziato le sue già consolidate capacità di pianificazione, programmazione e gestione delle risorse. A queste si sono aggiunte funzioni e processi che ne hanno cristallizzato il ruolo di gestore e facilitatore nei programmi finanziari volti allo sviluppo del territorio ed al suo recupero socio economico”. (AGI)
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