L’Italia è un territorio quasi completamente sismico, con punte di alto rischio lungo la catena degli Appennini e nelle zona della Calabria e della Sicilia. Sta finendo un’estate all’insegna di continue scosse sismiche in tutto il Paese. La normativa per l’edificazione in zona sismica è stata modificata ed aggiornata, ma quello che non è stato mai fatto è diffondere tra la popolazione, la conoscenza del rischio sismico. E’ quanto denuncia la neo responsabile nazionale ambiente e territorio di Confedercontribuenti Maria Grazia Piccinini che aggiunge “da molte parti la sensibilizzazione della cittadinanza, passa per essere un inutile quanto dannoso allarmismo, invece, fa parte dell’educazione civica della popolazione, portare alla conoscenza di tutti quali sono i rischi, per farsì che la domanda di sicurezza non venga imposta dall’alto, ma richiesta dal basso, a tutti i livelli. Solo così, si creerà una coscienza comune , una consapevolezza che renderà difficilmente eludibile la normativa in essere, in quanto i tecnici e le imprese che opereranno, dovranno in ogni modo attivarsi per renderle concrete ed operative, a pena di non vendere gli immobili non in regola con la normativa. Ecco perchè l’argomento deve diventare materia da inserire nelle scuole, ma soprattutto iniziativa legislativa” La Piccinini insiste perchè proprio il nostro Paese scoraggi tutti quei tentativi che vengono anche dall’Europa, di caricare sulle spalle del singolo cittadino il rischio sismico, imponendo al proprietario di immobili, in zona sismica, di contrarre una assicurazione con il rischio di danni e crolli. Tale atteggiamento, porterebbe, alla costruzione selvaggia , senza alcun controllo, o con meno controlli, tanto il rischio sismico, lo assumerebbe il singolo cittadino. In realtà, l’assicurazione sulle case, è solo un momento successivo del problema. In primo luogo va sensibilizzata l’opinione pubblica al problema del rischio sismico, invece che rifuggire da tale argomento: la politica dello struzzo non ha mai pagato. I cittadini consapevoli chiederanno case sicure costruite su terreni sicuri, solo allora si potrà accedere all’ipotesi di assicurazioni, che sarebbero senz’altro meno costose e più accessibili. Ma oggi con il nostro patrimonio edilizio, è una cosa folle da proporre. E allora le istituzioni si facciano avanti perchè la lotta e l’obiettivo sono dunque quelli di diffondere il più possibile la conoscenza del rischio sismico ed ambientale, tra i cittadini.