Termoscanner e mascherine: così torneremo dal dentista


​Termoscanner all’ingresso, mascherina sempre sul volto tranne, ovviamente, durante l’intervento, gel disinfettanti, aerazione degli ambienti e disinfezione. Cambia il modo di andare dal dentista in tempo di coronavirus: il comitato tecnico scientifico ha varato le “Indicazioni operative per l’attività odontoiatrica durante la Fase 2 della pandemia di Covid-19”, messe a punto dal Tavolo ministeriale istituito dal Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Nel documento sono fissati gli standard minimi di sicurezza che gli studi odontoiatrici dovranno adottare al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di infezione in ambito odontoiatrico, poiché ogni paziente va considerato come potenzialmente contagioso.

A partire dal triage, che si apre con il ​rilevamento della temperatura con termoscanner o termometro contactless. All’arrivo nello studio il paziente viene accolto da personale protetto e invitato a depositare tutti i suoi effetti personali prima di entrare nelle sale operative. Il paziente verrà invitato quindi a lavarsi le mani, o alla disinfezione delle stesse con soluzione idroalcolica in gel o liquida, e deve indossare la mascherina fino all’inizio della fase operativa. Infine, compilazione e sottoscrizione questionario COVID. ​

Ovviamente, anche l’operatore dovrà indossare gli adeguati dispositivi di protezione: “​Alla luce delle conoscenze scientifiche attualmente disponibili – si legge nel documento – e delle principali modalità di trasmissione di questa malattia (contatto e droplets), le mascherine chirurgiche (dispositivi medici opportunamente certificati e preferibilmente del tipo IIR o equivalente), sono in grado di proteggere l’operatore che le indossa e rappresentano una protezione sufficiente nei casi successivamente indicati. Tuttavia, a massima tutela della salute degli operatori sanitari esposti a condizioni di rischio aumentato, si raccomanda di garantire sempre un adeguato livello di protezione respiratoria”. Quindi ​in caso di pazienti con sintomi respiratori conclamati o con sospetto di patologia COVID (anche se non da loro denunciata) e in caso di procedura che genera droplets o aereosol sono raccomandate per gli operatori le FFP2. Previsto anche l’utilizzo di schermi facciali o occhiali, oltre a camici, guanti e cuffie monouso.

Si prescrive anche una disinfezione delle superfici sia prima che dopo la visita. Gli strumenti odontoiatrici vanno sterilizzati, e le impronte in silicone vanno lavate e disinfettate. ​ Protesi dentali, apparecchi e porta impronte in arrivo dal laboratorio devono essere disinfettati con disinfettanti virucidi prima di essere introdotti negli ambienti operativi. Attenzione deve essere posta alla disinfezione della confezione di imballaggio e al corretto smaltimento di materiali provenienti dall’esterno. Prevista infine una ventilazione costante degli ambienti.

“Grande soddisfazione” per l’approvazione del documento è espressa dal Presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale (Cao), Raffaele Iandolo, che, insieme a Carlo Ghirlanda, Presidente Andi (Associazione nazionale dentisti italiani), a Fausto Fiorile, Presidente Aio (Associazione Italiana Odontoiatri) e ad Antonella Polimeni, Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Università “La Sapienza” di Roma, hanno partecipato al Tavolo, coordinato da Enrico Gherlone, Rettore Università Vita-Salute San Raffaele.

“Il Documento approvato dal Tavolo ministeriale ha recepito, al suo interno, le indicazioni messe a punto dal Gruppo di Lavoro ad hoc, promosso dalla Commissione Albo Odontoiatri (Cao) nazionale – spiega Iandolo – Per questo, ancor più grande è la soddisfazione per la sua approvazione da Parte del Comitato Tecnico scientifico. Ringrazio quindi tutti e 28 i componenti del nostro Gruppo di lavoro, che in questi mesi hanno lavorato alacremente e senza sosta per fornire il loro contributo, in modo che le ‘indicazioni’ fossero veramente scritte dalla Professione per i professionisti”. 

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Fonte: cronaca agi