Tentato omicidio Palermo: un fermo,vendetta o affari criminali


Una vendetta a lungo covata e messa in atto dopo cinque anni e mezzo. Oppure affari criminali con uno sfondo di droga finiti male. O tutte e due le cose. Sono le piste che hanno portato al fermo di Francesco Lupo, 30 anni, ritenuto l’autore del ferimento di Antonino Fragale, 43 anni, avvenuto ieri di fronte all’ingresso principale del cimitero dei Rotoli, a Palermo. I poliziotti della Squadra mobile sono risaliti a lui grazie alle telecamere di sorveglianza della zona: l’uomo sarebbe arrivato in via Vergine Maria a bordo di un’auto in cui c’erano altre due persone, ora ricercate; dopo una breve e animata discussione con Fragale, operaio Reset pregiudicato e sorvegliato speciale, lo avrebbe prima colpito con calci e pugni e poi, estratta una pistola, avrebbe fatto fuoco dieci volte, riducendolo in fin di vita. Lupo è figlio e fratello di Antonino e Giacomo Lupo, assassinati il 14 marzo 2019 allo Zen, quartiere di cui pure l’indagato e la vittima del nuovo agguato sono originari. Per quel duplice delitto era stato condannato a 18 anni di carcere Giovanni Colombo, reo confesso e cugino di Fragale. Anche il movente di quel delitto rimase oscuro, gli inquirenti non hanno mai creduto veramente alla tesi dell’omicida, la lite per una ragazza, propendendo piuttosto verso un (indimostrato, però) contrasto nell’ambito dei traffici di droga, dato che Antonino Lupo, padre di Francesco, gestiva una delle piazze di spaccio allo Zen 2. Ora l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere e dovrà comparire davanti al Gip domani o il giorno di Natale. Il suo obiettivo lotta ancora tra la vita e la morte, dopo un delicato intervento eseguito a Villa Sofia. (AGI)