(AGI/ITALPRESS) – Roma, 6 ago. – “Ci sono stati dei momenti in cui la mia testa e il mio corpo non erano allineati, chiedevo troppo all’uno o all’altro. Clinicamente è stato uno strappo dell’obliquo interno. Credo di aver chiesto troppo al mio corpo”. Così Matteo Berrettini in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’, tornando sulla sua lunga assenza dei campi che l’ha fatto piombare in un periodo di buio psicologico. “Se ho mai avuto voglia di dire basta? Tante volte – assicura il 27enne tennista romano, ex top 10 sceso al n.40 del ranking Atp – Nel 2020 ho avuto un’annata complicata e ricordo di aver fatto il pensiero, che mi aiutava a dormire, di prendere il passaporto, non dire nulla ad anima viva e fuggire dove nessuno avrebbe potuto trovarmi. Mi è capitato di pensarci, nei giorni bui. Ma poi il tempo, il confronto con gli altri mi hanno fatto capire che io sono felice solo se scendo in campo e respiro quell’atmosfera”. Berrettini svela anche i suoi obiettivi: “Al livello sportivo nel mio cuore c’è Wimbledon. E anche gli internazionali di Roma. Ma oggi che, per la prima volta, ho conosciuto il malessere, l’obiettivo è quello di non frequentarlo più, di tenerlo lontano. E di vivere il tennis per quello che è: gioia e sfida per migliorare sé stessi”. (AGI)
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