Telefonata fake: Zakharova “nessuna spia russa solo uno scherzo”


La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova respinge le accuse secondo cui dietro alla telefonata del duo di comici russi Vovan-Lexus con la premier Giorgia Meloni ci sia un’operazione di disinformazione dei servizi russi, poiché la premier ha espresso “la sua posizione” e “i suoi pensieri”. Lo scrive la stessa portavoce sul suo canale Telegram, rispondendo in particolare ai commenti del direttore di Libero, Mario Sechi, che aveva rivolto queste accuse a Mosca durante un intervento alla trasmissione ‘Otto e mezzo’ di La7.
La risposta di Zakharova è stata rilanciata anche dal rappresentante della Federazione russa a Roma tramite un post pubblicato sul canale ufficiale dell’Ambasciata russa: “Il canale televisivo La7 ha intervistato il Direttore responsabile del quotidiano Libero, Mario Sechi, il quale ritiene che lo scherzo dei “pranker” al Premier italiano Meloni costituisca un’operazione di guerra ibrida e di disinformazione condotta dai servizi segreti russi al fine di screditare Meloni personalmente, in quanto uno dei principali alleati di Kiev nello schieramento occidentale; e l’immediata reazione della Zakharova lo conferma”, si legge sul canale Telegram dell’ambasciata.
“Caro Mario – scrive Zakharova riferendosi al direttore di Libero – innanzitutto, ho reagito più velocemente alle sue parole che a quelle del Presidente del Consiglio Meloni. E alle parole di Meloni ho dovuto reagire perché ho ricevuto molte domande sia da giornalisti russi che stranieri. La differenza è che molti politici italiani evitano la comunicazione diretta con i giornalisti e i cittadini del loro Paese. Noi, invece, questo non lo facciamo. Pertanto, quando per più volte mi è stata posta una domanda al riguardo, io ho espresso la mia opinione. Tra l’altro, anche sotto forma di domanda al Presidente Meloni. Ma finora, a questa domanda non c’è stata alcuna risposta. Chiedetele di non prendersela, e di rispondere in modo sincero: è pronta a riabilitare la figura dei collaborazionisti italiani Achille Starace e Alessandro Pavolini?”.
In secondo luogo, aggiunge Zakharova, “Meloni non è l’unica a essere rimasta vittima di uno scherzo. Lei non può nemmeno immaginare quante chiamate simili riceviamo, ad esempio, dai cyberterroristi ucraini. La differenza sta nel fatto che Vovan e Lexus hanno parlato di argomenti politici con Meloni, mentre noi riceviamo telefonate da Ucraina, Germania, Italia, Canada e Stati Uniti in cui ci vengono fatte delle minacce. In terzo luogo, il ‘prank’ non è un’invenzione russa. A molti è capitato di cascarci. Penso che questo particolare genere di scherzo sia diventato così popolare in risposta all’avvento dell’era della ‘post-verità’. Come può essersi trattato di ‘disinformazione da parte dei servizi segreti russi’ quando il Primo ministro italiano ha affermato ciò che ha ritenuto di dover affermare? Questa è la sua posizione, sono i suoi pensieri, che il Primo ministro ha espresso di sua iniziativa. Si tratta di un discorso diretto e non decontestualizzato. Perché mai quello che dice il Primo ministro italiano in pubblico dovrebbe essere diverso da quello che dice dietro le quinte? Questo spetta a voi capirlo”.
“In quarto luogo – conclude Zakharova – se Lei pensa che dietro a tutta questa storia ci sia la Russia, allora Lei sta lavorando per noi ;)”. (AGI)