Tecnologia: via libera del governo alla società per la rete unica Tim – Cdp


Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


La maggioranza di governo ha dato il suo assenso al progetto nato dall’intesa tra Tim e Cdp per la nascita di FiberCop, ovvero il veicolo di nuova costituzione destinato ad essere il perno su cui costruire la rete unica in fibra in Italia.

L’ambizioso progetto, molto probabilmente, vedrà anche l’apporto di Tiscali che, al momento, ha firmato con Tim un accordo di natura commerciale che servirà a verificare se ci saranno, o meno, le condizioni per l’ingresso della società sarda nell’azionarato FiberCop “attraverso il conferimento di apposito ramo d’azienda, secondo modalità da concordarsi”. Significativo, nel processo costitutivo della nascente società, l’ivestimento di 1,8 miliardi del fondo statunitense Kkr, che si tradurrà nell’acqusizione del 37,5% delle quote. Ipotizzabile anche la partecipazione di Fastweb, che farà confluire in FiberCop la sua partecipazione nella joint venture Flashfiber (azienda partecipata all’80% da TIM e al 20% da Fastweb, nata nel 2016 con l’obiettivo di realizzare o completare reti in FTTH in 29 città italiane entro il 2020), ottenendo conseguentemente il 4,5% delle quote azionarie. Il tutto sarà accompagnato da un altro passo fondamentale, ovvero la firma, entro il 31 agosto, del Memorandum di Intesa tra Tim e Cdp.

Secondo le indiscrezioni emerse Cdp apporterebbe il suo 50% di Open Fiber facendo così diluire gli altri soci, mentre Tim vi farebbe confluire anche la rete primaria in modo da riuscire a conservare la maggioranza (il 50,1%) della nuova FiberCop. A garantire la terzietà nella gestione societaria la creazione di un’amministrazione condivisa, espressa nella rappresentanza di tutti gli azionisti nel Cda. Tim indicherà l’Ad della società, mentre una presidenza con ampie deleghe spetterà a Cassa depositi e prestiti.

Un progetto che, al momento, sembra aver riscosso l’approvazione delle Authority sulla concorrenza, dei sindacati e di buona parte del mondo politico. A promuovere l’operazione, però, è stato soprattutto il mercato, che negli ultimi giorni ha fatto “volare” le quote Telecom.