Tecnologia e innovazione per lo sviluppo del volontariato


Gli strumenti e le competenze digitali possono portare notevoli vantaggi al Terzo Settore e per questo il Tavolo Tecnologia e Innovazione di Padova capitale europea del volontariato 2020 ha proposto tra gennaio e febbraio “La Piazza digitale, un luogo virtuale per conversare, progettare e condividere” un percorso innovativo per far conoscere le piattaforme digitali che possono aiutare la progettazione e le attività di volontariato, attraverso una formazione teorica e un’attività di co-progettazione.

La fine del percorso

Venerdì 19 febbraio alle 16.45 si e’ concluso  il percorso con un incontro di restituzione dei 3 gruppi di lavoro che, dopo la formazione iniziale sulle piattaforme digitali, si sono sperimentati su tre filoni tematici: ambiente e sviluppo sostenibile, formazione e progettualità, donne e tecnologia.

100 associazioni aderenti

Le associazioni aderenti al percorso sono state 100, una risposta significativa che sottolinea il bisogno di formazione e di sperimentazione sul ruolo che l’innovazione tecnologica può avere per il volontariato, reso ancor più evidente in questi ultimi 12 mesi di emergenza sanitaria.

Il programma

Grazie ad una piattaforma di design thinking, una di condivisione documentale e quella di videoconferenza i tre gruppi di lavoro hanno progettato insieme, partendo da alcuni stimoli proposti dagli organizzatori con la supervisione di alcuni facilitatori di Unismart – Fondazione Università degli Studi di Padova è la fondazione dell’Ateneo nata per promuovere il Trasferimento Tecnologico e la Formazione Post-lauream – e di Contamination Lab – progetto di contaminazione multidisciplinare. Per formazione e progettualità i focus si sono concentrati sulle social street come buona pratica adattabile al territorio e sulla facilitazione linguistica agevolata da strumenti di comunicazione a distanza. Il gruppo donne e tecnologia è stato sfidato su due piani: come superare il gender gap ed arrivare ad una effettiva parità nei ruoli? come rendere appetibili le discipline scientifico-tecnologiche. Infine per il tema ambientale gli stimoli iniziali hanno riguardato il ruolo del volontariato nella sensibilizzazione ai cambiamenti climatici e come le associazioni possono calcolare l’impatto delle loro attività anche in ottica ambientale.

L’incontro

L’incontro del 19 febbraio, prima di lasciar spazio agli esiti dei percorsi di co-progettazione, sarà introdotto dal professor Fabrizio Dughiero, prorettore dell’Università di Padova e coordinatore del Tavolo Tecnologia e Innovazione e da Piero Formica, economista specializzato nell’economia della conoscenza. Formica già nell’evento di apertura del percorso ha lanciato alcune riflessioni significative. Da una parte ha sottolineato come la tecnologia possa essere a supporto del volontariato “per una migliore gestione dei tempi e dei flussi informativi, per una maggiore trasparenza dei dati e anche per facilitare il reclutamento dei volontari e delle risorse economiche. E’ però fondamentale che le competenze tecnologiche vadano sempre di pari passo con le competenze narrative, che sono quelle in grado di farci interpretare la mole di dati a cui possiamo avere accesso tramite la tecnologia”. Per questo, secondo Formica “Le associazioni di volontariato dovrebbero assumersi il compito di coinvolgere i volontari in programmi di apprendimento transdisciplinari, che aiutano a superare la concezione formativa verticale e settoriale molto diffusa nel nostro Paese”. Il concetto di fondo è che per poter fare innovazione serve capacità di esplorare e sperimentare e creatività e tutto questo si può sviluppare solo in contesti orizzontali che si fondano sulla transdisciplinarietà, mettendo insieme materie umanistiche e scientifiche. Solo così il volontariato potrà sfruttare a pieno le opportunità offerte dalla tecnologia.

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