Non è necessario aver visto Jesus Christ Superstar per ricordare uno dei suoi ritornelli, né essere fan del genere per apprezzarne la bellezza. A più di 50 anni dalla sua uscita in America e dopo 30 anni ininterrotti di repliche in Italia, lo show tra i più famosi del mondo torna in scena a Milano al Sistina Chapiteau dal 7 al 17 marzo e dal 20 al 31 al Teatro Sistina di Roma. Era il 1994, quando il regista Massimo Romeo Piparo guidò la prima rappresentazione italiana del titolo più famoso tra le opere rock. Il titolo è sempre stato programmato in ogni stagione teatrale e applaudito da oltre 2,5 milioni di spettatori. Sul palco si alternerà un cast internazionale, con la celebre pop star Anggun nelle vesti di Maria Maddalena. Nei panni di Gesù sarà Lorenzo Licitra, che riceverà il testimone del mitico ruolo direttamente da Ted Neeley, indimenticato protagonista del celebre film del 1973. Con l’immancabile Orchestra dal vivo – posizionata a vista sul palco girevole – diretta dal Maestro Emanuele Friello e un nutrito cast di
performer, sul palco di questo “Superstar dei record” ci sarà un altro grande interprete, Feisal Bonciani, che nel ruolo di Giuda tanto rievoca l’indimenticato Carl Anderson e già tanto amato e applaudito nelle ultime edizioni. Altra grande presenza è quella di Frankie hi-nrg mc, nel ruolo di Erode, che interpreterà la prima versione del famoso brano in chiave hip-hop. “Perché gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili”, viene da sorridere pensando alla citazione di Quelli che ben pensano, scritta da Frankie hi-nrg mc nel 1997, quando ancora non avrebbe mai immaginato di recitare un giorno nelle vesti di Erode in Jesus Christ Superstar. Ed è proprio lui, uno dei veri precursori del rap italiano, ad aver portato un tocco urbano alla celebre opera internazionale. E forse anche perché Jesus Christ Superstar è uno spettacolo che sfida le convenzioni, che attraverso valori universali come l’amore e la pace, diffonde un messaggio di uguaglianza e fratellanza. JCS è uno spettacolo che “è sì laico e terreno, ma che vuole anche accontentare un pubblico un po’ più spiritualmente vicino a una lettura diversa del Vangelo”, spiega il regista Massimo Piparo Romeo, per il quale “l’ironia tagliente di Erode” è un po’ quella utilizzata nei brani dell’artista rap. E ironia della sorte, la telefonata al cantante arriva proprio in un momento particolare della sua esistenza. “Ringrazio coloro che nel 2022 mi chiamarono per un ruolo che mai avrei immaginato di interpretare nella vita”, spiega il rapper italiano. “Quando è arrivata la telefonata di Massimo, è stato un momento molto speciale perché mi trovavo in una delle fasi più depressive della mia vita; ero da un po’
sul fondo del barile”, aggiunge l’artista, che senza giri di parole ricorda il triste momento vissuto in quegli anni. “Inutile che vi racconti tutto, ma ho vissuto un’esperienza drammatica che si chiama pandemia. Ho deciso per due anni di non uscire di casa, di non esibirmi da nessuna parte, di non andare su nessun palco e di non suonare in nessun locale”, confessa il cantante.
Parlando del suo personaggio sul palco, l’artista ha poi spiegato: “la cosa più incoraggiante è stata avere un ruolo comico. Ho scritto delle canzoni che normalmente non sono proprio il top della comicità, anche se – sottolinea – ho sempre cercato di infondere la mia penna di ironia. Il fatto di essere un clown sul palco mi ha riempito di energia ed emozioni”. E ad aiutarlo sul palco, così come nella vita, è sempre stato il cinismo, “un cinismo purificatore per quanto mi riguarda, che cauterizza le inutili umidità del sorriso di circostanza in un ghigno o un pianto netto, univoco, totalizzante”. Dal 7 al 17 marzo, il pubblico potrà riscoprire così uno degli show più iconici tra i musical. Passato e presente si fondono in un’opera senza tempo che regalerà al pubblico momenti di puro divertimento. D’altronde, la magia sul palco dello spettacolo, dall’anima rock anni
’70, è ancora in grado di sorprendere giovani e famiglie. “Ogni volta sembra essere l’ultima, ma poi il miracolo si ripete: Jesus Christ Superstar alza ancora e ancora il suo sipario per rinnovare un rito che ormai rasenta il mistico”, spiega il regista Massimo Romeo Piparo. Generazioni intere “sono passate in sala e oggi ritrovo persone di trent’anni che mi dicono “ero nella pancia di mamma quando lei venne a vedere questo spettacolo e oggi sto portando i miei bambini”, afferma ancora il regista per cui il musical “è un’eredità che ognuno
tramanda alle generazioni successive, un dono che si fa a
chi si vuol bene ma soprattutto un dono a sé stessi, perché ciò che questa versione di JCs riesce a trasmettere da trent’anni è davvero unico e irripetibile”.
L’unico rammarico per il regista è “dover rinnovare e aggiornare ad ogni edizione la sequenza delle immagini dei martiri del nostro tempo che da trent’anni proietto a tempo di musica durante le 39 frustate inferte a cristo”. Scena memorabile “che 23 anni fa si concludeva con le torri gemelle mentre oggi quell’immagine è scivolata appena a metà lasciando il posto a tanti altri drammi che confermano quanto il martirio di Cristo per redimere l’umanità in fondo non abbia attatto
centrato la propria missione: Ucraina, Gaza, Navalny… le ultime drammatiche immagini. E tristemente non finirà qui. Hosanna”.
Per gli spettatori che acquisteranno il biglietto dello spettacolo, un’imperdibile occasione: la possibilità il 12 e 13 marzo a Milano e il 20 marzo a Roma, di assistere due ore prima dello show con inizio alle ore 17 alla proiezione del film in compagnia di Ted Neeley. Per la prima volta al mondo, nella stessa sala e nello stesso giorno, si potranno ammirare la celebre opera cinematografica del compianto Norman Jewison e lo spettacolo dal vivo, per applaudire insieme il leggendario protagonista del film e il “nuovo” interprete di Gesù. (AGI)
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