Provate a camminare a piedi in un borgo medioevale, a 600 metri di altezza, davanti ai Monti Sibillini, i “Monti Azzurri” cari a Giacomo Leopardi. Di giorno e di sera, da quelle mura vi arriverà l’arte e potrete beneficiarne a vostro gradimento. Dal 18 al 25 agosto, a San Ginesio, in provincia di Macerata, c’è infatti il Ginesio Fest, perfetta espressione del teatro diffuso. Piccoli, giovani e adulti, possono godere di questa forma d’arte grazie a quello che nei giorni indicati diventa “il” borgo degli attori. “Ogni giorno c’è uno spettacolo diverso – racconta all’AGI Leonardo Lidi, direttore artistico del Festival – in un luogo scelto all’interno del borgo. C’è un auditorium, un chiosco, spazi e angoli del paese che vengono utilizzati. Gli spettacoli sono agili e fruibili per tutti. La comunità di San Ginesio è priva di un teatro vero e proprio da molto tempo. L’offerta è a 360 gradi con rappresentazioni al pomeriggio per i bambini, poi per un pubblico giovane di cui ad esempio, avendo 34 anni faccio parte io, e per gli adulti. Dal punto di vista dei contenuti – spiega ancora il direttore artistico – abbiamo infatti diversificato. Senza abbassare la qualità, cerchiamo di fare spettacoli adatti a tutti. L’artista residente di quest’anno sarà Filippo Timi. Filippo creerà insieme al laboratorio e al borgo due momenti fondamentali”.
L’edizione 2023 in cosa si caratterizza? “Quest’anno diamo spazio al tema della maschera – dice ancora Lidi – un argomento che attraversa tutti gli spettacoli proposti. E’ la prima volta che racchiudiamo le scelte artistiche all’interno di un argomento.E’ stata una mia scelta e questo, perchè ho constatato che a volte, gli stili rischiano di somigliarsi. Questa volta, mi interessava porre interrogativi e attuare tavole rotonde o spazi di discussione all’interno delle giornate dove possiamo parlare del tema scelto. La prima artista a cui ho pensato – racconta il Direttore Artistico Lidi – per avviare questa ricerca attorno alla maschera è Giuliana Musso. Da spettatore mi sono emozionato nell’incontrarla così diversa e così credibile nelle varie dimensioni che ha abitato negli anni. Maschere inaspettate. “La Scimmia” (18 agosto ore 21.00) è il nostro inizio”. Ma si può ancora parlare di ‘maschera’? “Certo – risponde Lidi – rispetto all’immediatezza che ormai stiamo sposando, in tutto e per tutto, si può parlare eccome di maschera teatrale. Io come spettatore sono esterofilo, guardo a lungo spettacoli di altri Paesi, e mi rendo ancora conto che la maschera in Italia c’è. Ho voluto costruire un festival intorno alla maschera. Ma prima di tutto, è opportuno capire che cosa vogliamo intendere con il concetto di maschera. Maschera è un approccio sopra le righe oltre noi stessi, un nascondersi, un proteggersi, un esternare la parte più colorata. Uno degli appuntamenti sul tema è con Francesco Mandelli, inserito proprio per parlare di cosa sia la maschera comica, capirne l’aspetto e scoprire quali sono state le maschere del nostro cinema. Vogliamo interrogarci su che tipo di maschera ci sia nel cinema italiano, vedendo Favino, Servillo che fa Andreotti, Paolo Villaggio con Fantozzi… E non dimentichiamo un argomento oggetto di grande discussione contemporanea: la maschera virtuale…”
Ecco, a questo proposito, toccando il tema del virtuale e dell’intelligenza artificiale, c’è grande tensione a Hollywood con attori e registi in sciopero: “L’intelligenza artificiale preoccupa, per le sue implicazioni nel settore. Approfondiremo anche questo aspetto, il concetto di avatar, l’idea che ci sia una maschera ma non un attore vero… Partiremo nei dibattiti dalla maschera del passato attraverso la commedia dell’arte per arrivare a quello che si vive oggi, in Italia e nel mondo, con uno sguardo su quello che sarà il futuro. E questo proposito – aggiunge il direttore artistico del Ginesio Fest, lo sciopero degli sceneggiatori e degli attori in corso in America si allargherà a macchia d’olio. Non dobbiamo pensare che non ci tocca. Tra un po’ saremo coinvolti in questo problema. Quello sciopero non coinvolge solo attori e sceneggiatori ma anche i lavoratori dello spettacolo! La realtà virtuale, come ogni novità, non va combattuta a prescindere ma va compresa e affrontata nel modo giusto. Bisogna imparare a conoscere la novità e trovare il modo di approcciarsi. Ma giustamente, questa battaglia sui diritti che si sta conducendo è sacrosanta e giusta. Bisogna associarsi in tutto e per tutto e conoscere il nemico, chiamiamolo così, per potersi approcciare, poterlo combattere e capire che la creatività dell’essere umano è qualcosa da difendere non solo dalle macchine ma anche da noi stessi”. In Italia, secondo Lidi,”bisogna tornare parlare e discutere della centralità dell’artista rispetto alla società. Non solo battaglia contro la realtà virtuale dunque, ma riponiamo l’artista al centro. La creatività dell’artista va riconsiderata”.
Fino al 25 agosto dunque, San Ginesio Fest: la cittadina si trasforma in un palcoscenico incantevole. Un festival diffuso e originale i cui spettacoli, residenze artistiche, seminari e laboratori per professionisti, bambini e adolescenti si intrecciano con gli spazi della cittadina. Punta di diamante dell’intero programma è il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore”, quarta edizione, assegnato da una giuria presieduta da Remo Girone e composta dal giornalista Rodolfo di Giammarco, dall’attrice Lucia Mascino, dalla poetessa Francesca Merloni e dal regista Giampiero Solari. Il premio celebra ogni anno un attore e un’attrice che si sono distinti nel corso delle loro carriere. Le edizioni precedenti hanno visto il premio assegnato a Federica Fracassi, Massimo Popolizio, Carolina Rossi, Michele Di Mauro, Paolo Pierobon, Lino Guanciale, Petra Valentini. Quest’anno, la giuria assegnerà il Premio San Ginesio all’Arte dell’Attore 2023 a Lino Musella e Sara Putignano. La premiazione si svolgerà durante la serata finale del Ginesio Fest il 25 agosto, alle ore 21,30 in Piazza Alberico Gentili a San Ginesio. Il Premio, nato da un’idea di Remo Girone, creatore del festival, vuole rendere omaggio all’attore o attrice, non necessariamente giovani, che si sono contraddistinti nelle varie arti. “Un riconoscimento a chi – conclude il direttore artistico – è riuscito a percorrere tutte e tre le forme d’arte: cinema, teatro, televisione… Un modo per affermare la validità di un artista che è tale a 360 gradi e grazie a questo, arriva a ogni fascia di pubblico. Non è un caso che questo Festival lo abbia creato Girone, chi meglio di lui?”. (AGI)
MLD