Teatro a Catania verso fine stagione


 

Tuccio Musumeci torna in scena al “Brancati”, dal 13 al 23 aprile, nello spettacolo “La pensione Eva” tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, drammaturgia e regia di Giuseppe Dipasquale. Al “Canovaccio”, da Fedor Dostoevskji, “La mite” (14 e 15 aprile). “Buio in sala” chiude con “Improvvisamente l’estate scorsa” (14 e 15 aprile), celeberrimo dramma di Tennessee Williams

Fonte: Ufficio Stampa Teatro Brancati, Teatro del Canovaccio e Teatro Buio in sala

La pensione Eva

«Quanto scritto intende essere semplicemente una vacanza narrativa che mi sono voluto pigliare nell’imminenza degli ottanta anni» scriveva Andrea Camilleri alla fine del suo romanzo La pensione Eva (Sellerio), per poi proseguire: «Desidero avvertire che il racconto non è autobiografico, anche se ho prestato al mio protagonista il diminutivo col quale mi chiamavano i miei famigliari e i miei amici. È autentico il contesto. E la pensione Eva è veramente esistita…». Quell’autenticità della provincia siciliana degli Anni ‘40 viene ora portata in scena, con l’impagabile verve recitativa del grande maestro Tuccio Musumeci, nello spettacolo La pensione Eva nell’adattamento teatrale di Giuseppe Dipasquale che cura anche la regia e le scene.                                                                                                                                                         Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Città Centro di Produzione Teatrale, sarà in scena al Teatro Brancati di Catania da giovedì 13 aprile (ore 21) fino a domenica 23 aprile. In scena, al fianco del mattatore Musumeci, Debora Bernardi, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Lucia Fossi, Anita Indigeno, Claudio Musumeci, Ramona Polizzi, Vittoria Scuderi, Vincenzo Volo. Le musiche sono di Matteo Musumeci, i movimenti coreografici di Giorgia Torrisi, i costumi di Dora Argento.
«Sono i provinciali, ma turbati dalla fine della guerra, anni Quaranta – racconta il regista Giuseppe Dipasquale, non nuovo alla riduzione drammaturgia di opere di Camilleri (ricordiamo Filippo Mancuso e Don Lollò, Il birraio di Preston, La concessione del telefono) – e per le stanze della Pensione Eva, il casino di Vigàta, transitano figure e personaggi indimenticabili. Ogni quindici giorni le sei “picciotte” partono e ne arrivano delle nuove. In mezzo a queste presenze carnali, trascorre la giovinezza di Nenè, Ciccio e Jacolino, sotto lo sguardo beffardo e rassegnato del Cavaler Lardera. Frequentando la Pensione, i ragazzi si imbattono in apparizioni spirituali, fantasmi letterari, vicende al confine fra la poesia e la realtà».                              La storia narra di Nenè e dei suoi amici Jacolino e Ciccio che, prima da adolescenti e poi da giovanotti, trascorrono gli anni che li separano dallo scoppio della seconda guerra mondiale frequentando abitualmente la pensione Eva. Tutto finisce quando su Vigata si abbatte la guerra…
«Seguendo la strada di Gabriel García Márquez – conclude Dipasquale –  apprezzato dall’autore siciliano, che col romanzo Memoria delle mie puttane tristi, uscito nel 2004, rivive ormai in età avanzata l’esperienza giovanile di amori carnali e ne fa una riflessione sulla vita che sta per finire, Camilleri recupera attraverso il senso del piacere anche quello della morte che si incarna nei bombardamenti che fanno da sfondo alla vicenda». Una pièce coinvolgente e divertente allo stesso tempo, intrisa di memoria e sapore nostalgico a cui si aggiunge la vis recitativa unica del maestro Tuccio Musumeci, grande rappresentante del teatro di tradizione italiano.

Al Teatro Brancati dal 13 aprile, biglietto 25 euro (info 095530153) Giovedì 13 aprile h 21, Venerdì 14 aprile h 21, Sabato 15 aprile h 17.30, Domenica 16 aprile h 17.30 Venerdì 21 aprile, h 17.30, Sabato 22 aprile h 21, Domenica 23  aprile h 17.30

La mite

“La Mite” è stata definita dal critico Leonid Grossman come “una delle storie di disperazione più potenti nella letteratura universale”. È un racconto affascinante, a tratti morboso e oscuro, senza pietà, avvolto da un nichilismo tragico. La profonda conoscenza dell’umano del grande maestro lo fa parlare direttamente a noi, alle zone più recondite del nostro animo. Esso disvela, con conoscenza chirurgica, i rapporti di potere che si possono celare dietro un rapporto amoroso. Lo fa attraverso un protagonista che ha perso il suo posto nel mondo; un uomo del sottosuolo in cerca di vendetta nei confronti della società. Lo fa attraverso una donna che lui ha scelto, appositamente giovane e ingenua, per essere totalmente sua. In questo spettacolo la regia di Toscano/La Bua ha deciso di dare voce al protagonista, interpretato da Giovanni Arezzo. Accanto a lui, invece, la figura insondabile della Mite, interpretata da Alessandra Pandolfini. Questi due personaggi, marito e moglie, uomo e donna, si fronteggiano come duellanti: costretti a combattere tra di loro, ma “umani troppo umani” in cerca di salvezza o, forse, soltanto amore.

Adattamento e drammaturgia di Valeria La Bua; regia di Davide Toscano e Valeria La Bua; con Giovanni Arezzo e Alessandra Pandolfini; luci Davide Toscano e Simone Raimondo; produzione Teras Taetro e Teatro del Canovaccio. 14 e 15 aprile alle ore 21,00; 16 aprile ore 18,00: Info e prenotazioni ai numeri: 39114888921 e 3924374074

Improvvisamente l’estate scorsa

 

Due grandi parti femminili la giovane Catharine, interpretata al cinema da Elizabeth Taylor oggi dall’attrice romana Chiara Tron, (reduce dai successi di “Viola come il mare” disponibile su Netflix) sconvolta da ciò che è accaduto al cugino Sebastian durante una vacanza insieme, e la tirannica Violet, nel ruolo che fu di Katherine Hepburn interpretato da Ketty Governali (la famosa Adelina de “Il commissario Montalbano”) madre di Sebastian, determinata a far tacere la nipote.

Sarà lo psichiatra, un altro dei ‘gentili sconosciuti’ del teatro di Williams, interpretato da Daniele Virzì a fare in modo che Katherine possa raccontare. La villa e il suo lussureggiante giardino tropicale diventano il palcoscenico della memoria, per ritornare sulla scena del trauma e cercare di capire che cosa è davvero successo l’estate scorsa. “Ad oltre sessant’anni dal debutto sul grande schermo il testo teatrale di Tennessee Williams – continuano i due registi – tutta l’intera storia si muove tra un realismo e un naturalismo a forte valenza simbolica ancora purtroppo molto attuale, forte del miscuglio di perbenismo, pruderie ipocrite, sessuofobica paranoica della nostra società”. La visionaria scenografia è a cura di Martina Ciresi e Stefano Privitera.

 

Ufficio Stampa Elisa Guccione (Odg 150990), dott.ssaelisaguccionegallitto@yahoo.it

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