Tajani rientra da Usa, avanti progetto Berlusconi


Dall’inviata Cecilia Scaldaferri – La missione negli Stati Uniti del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stata funestata nella notte a Washington dalla notizia della morte di Silvio Berlusconi. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, fortemente addolorato per la scomparsa di quello che per lui “era un fratello maggiore” prima ancora di un imprenditore e un leader che “ha cambiato la storia del Paese, la comunicazione, la politica e ha vinto di tutto”, ha rivisto i piani e ha deciso di anticipare il rientro in Italia, subito dopo aver incontrato il segretario di Stato americano Antony Blinken ed aver partecipato a una breve cerimonia all’ambasciata italiana.

    I primi pensieri sono per la perdita di un uomo che “è stato un eroe per milioni di italiani”, nella difesa della “libertà in cui credeva”, ma l’impegno di FI nel governo prosegue, con forza e convinzione. “Abbiamo il dovere di lavorare e andare avanti e lo faremo”, ha assicurato Tajani, parlando di fronte al cimitero di Arlington dove ha reso omaggio al milite ignoto. “Dobbiamo guardare al futuro, Berlusconi voleva che questo governo andasse avanti… l’impegno che prendiamo è di farlo perché è il modo migliore per rendergli onore”, ha aggiunto, guardando al progetto politico lasciato dal fondatore di Forza Italia, “un progetto che va al di là della vita terrena del suo leader e che cercheremo di realizzare in tutte le sue fasi”. “Non esiste che Forza Italia scompaia”, ha poi assicurato. Sul fronte internazionale, come ha ricordato il titolare della Farnesina, “l’ultimo messaggio che Berlusconi mi ha inviato è stato, ‘lavora per la pace’”.     Nell’incontro con Blinken, che ha cominciato la conferenza stampa con le condoglianze per la morte dell’ex premier, Tajani ha sollevato il tema della Tunisia e della crisi economica che minaccia di far crollare il Paese e con quello dare il via libera a un’ondata migratoria che preoccupa fortemente il governo. Si tratta di “una priorità” per Roma sulla quale il ministro degli Esteri si è speso con l’omologo americano, ribadendo la linea “pragmatica” perseguita dall’Italia con l’obiettivo di trovare un accordo con l’Ue, e il Fondo monetario internazionale: “Immettere denaro e poi fare le riforme, per il raggiungimento della stabilità del Paese e di conseguenza del Mediterraneo”.