Il ministro degli Esteri ha incontrato l’omologo cinese per il rilancio delle relazioni bilaterali: “L’Italia è sostenitrice anche in Ue del dialogo e di un confronto franco e sincero”. Wang Yi: “Via della Seta è stata ricca di risultati”. Mattarella in visita nel 2024.
Di Luigi Conte
AGI – “Il bilancio della missione è certamente positivo, con un rafforzamento delle relazioni tra Italia e Cina nel contesto del partenariato strategico che deve rappresentare un’opportunità per i nostri imprenditori”, ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel punto stampa finale della visita ufficiale a Pechino.
“L’export rappresenta il 40% del Pil, noi abbiamo il dovere di rinforzarlo” e “dopo il nostro incontro si aprono nuove opportunità in Cina per la nostra economia”, ha assicurato Tajani, che oggi ha avuto un colloquio bilaterale con il suo omologo, Wang Yi. Sul tavolo dell’incontro, le relazioni economiche e culturali fra i due Paesi.
La via della Seta
Ma con un nodo: quello del memorandum d’intesa sulla nuova Via della Seta siglato nel 2019 dal primo governo Conte. Secondo Tajani “non ha prodotto i risultati sperati” e “il partenariato strategico, che inaugurò Silvio Berlusconi nel 2004, è molto più importante”, motivo per il quale bisogna puntare su quello, rafforzando i legami culturali.
Per Wang Yi le cose sono diverse: la nuova Via della Seta con l’Italia “è stata ricca di risultati negli ultimi 5 anni, è stata una pagina piuttosto brillante con l’interscambio commerciale arrivato a 80 miliardi di dollari da 50 miliardi e l’export italiano verso la Cina aumentato del 30%”.
Ad ogni modo “dobbiamo arricchire il contenuto del partenariato strategico, dobbiamo ampliare le collaborazioni e avere un maggiore sviluppo delle relazioni bilaterali”, ha aggiunto Wang intervenendo alla riunione della XI sessione del comitato Governativo Italia-Cina, a Pechino, rivolgendosi ai presenti, fra cui Tajani, con il quale aveva avuto un faccia a faccia poco prima.
“Le nostre due delegazioni hanno compiuto sforzi notevoli che sono risultati in un’ulteriore estensione della nostra cooperazione e nel lancio di questo segnale positivo che indica che le relazioni Cina-Italia stanno provando fortemente ad andare avanti”.
“Dobbiamo concentrarci sulla cooperazione pratica. Le due parti – ha proseguito Wang – dovrebbero intensificare gli sforzi di attuazione dei molti consensi raggiunti nei settori dell’economia, del commercio, degli investimenti e del commercio elettronico. L’antica Via della Seta collegava la Cina a Roma, quel percorso ha aperto la strada agli scambi tra Oriente e Occidente ed ha esplorato la via della convivenza di diverse civiltà che si trattano a vicenda da pari, si rispettano e imparano l’una dall’altra”.
La Cina e l’Italia “dovrebbero ereditare questo ‘spirito della Via della Seta’, insistere per essere un ponte nel dialogo tra le civiltà orientali e occidentali e trascendere i conflitti di civiltà con la conoscenza reciproca” per decidere. Il clima è stato molto positivo, così come lo è stato con il ministro del Commercio cinese”.
La prossima visita di Mattarella
Annunciando la visita in Cina del presidente Mattarella il prossimo anno, Tajani ha riferito inoltre di aver incoraggiato Wang ad utilizzare l’influenza della Cina a favore di una pace giusta in Ucraina“.
“Siamo alleati degli Stati Uniti, ma questo non ci impedisce di avere un dialogo con la Cina”, ha osservato il titolare della Farnesina, che questa mattina ha anche visitato la Città Proibita. E in questa occasione, conversando con i giornalisti, si è detto sicuro che “l’attenzione e l’apprezzamento per il prodotto italiano, indipendentemente dalla decisione” che si prenderà il Parlamento sul memorandum sulla Via della Seta, “non cambierà”. Prima della visita di Matterella ci sarà quella del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in autunno.