(dall’inviato Luigi Conte)
La prima giornata della visita ufficiale in Cina del vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è stata campale. Appena arrivato a Pechino, il titolare della Farnesina ha partecipato alla messa nella Cattedrale del Nord dei padri salesiani. “Il dialogo e il rispetto della libertà religiosa sono alla base della nostra civiltà e il fondamento della convivenza pacifica”, ha scritto su X lo stesso ministro al termine della funzione, celebrata da un sacerdote italiano.
Uscendo dalla chiesa, Tajani ha anche conversato con i giornalisti sui temi di attualità. A partire da quello più delicato e bollente dal punto di vista politico per quanto riguarda i rapporti con Pechino: il memorandum della Via della Seta, firmato nel marzo 2019 fra Roma e Pechino e prossimo alla scadenza. “Non abbiamo ottenuto grandi risultati – ha ribadito Tajani – ma questo poco importa, noi siamo intenzionati ad andare avanti con il rafforzamento delle relazioni commerciali. Valuteremo quindi il da farsi sulla Via della Seta, il Parlamento deciderà, ma qualsiasi sia la decisione, non pregiudicherà gli ottimi rapporti che abbiamo con la Cina, il partenariato strategico sarà comunque valorizzato e andremo avanti”.
A chi ha chiesto se non si rischiano delle ripercussioni nel caso di un mancato rinnovo del memorandum, Tajani ha risposto: “Credo che questo sia soltanto una parte delle nostre relazioni con la Cina, c’è un partenariato strategico che va avanti dal 2004, lo inaugurò Silvio Berlusconi all’epoca, e dobbiamo rinforzarlo. Noi siamo convinti che anche dal punto di vista della cultura si possa fare di più, vogliamo incrementare le presenze turistiche degli italiani in Cina, ma anche dei cinesi in Italia, vogliamo che si studi più italiano in Cina e siamo pronti a favorire l’incremento dello studio della lingua cinese nelle nostre università”. Insomma, “i rapporti sono indipendenti dalla partecipazione o meno alla Via della Seta, poi al momento opportuno si valuterà la decisione, ma quello che conta in questa visita è rinforzare i legami tra l’Italia e la Cina”. Per quanto concerne invece la guerra in Ucraina, “riteniamo che la Cina possa svolgere un ruolo importante per raggiungere la pace e credo che il governo cinese possa influire su Putin affinché torni a più miti consigli e si possa arrivare a una nuova stagione che porti a una pace giusta, che significa libertà e indipendenza per l’Ucraina”, ha detto Tajani. Uno degli obiettivi della visita è quindi “convincere i cinesi a far si’ che i russi facciano qualche passo indietro rispetto alla loro presenza nel territorio ucraino”. Il vice premier ha anche affrontato il tema dei colpi di Stato in Africa: “In questo momento i russi cercano di approfittare di questi eventi, soprattutto in Niger, mentre non mi pare che ci sia una presenza cinese che vada nella direzione di strumentalizzare quanto sta accadendo. Ma parleremo anche di questo con Wang Yi” nell’incontro di domani. “Dobbiamo lavorare affinché la situazione nell’Africa subsahariana si stabilizzi, i colpi di stato che si sono susseguiti rischiano di mettere un po’ a repentaglio la stabilita’”, ha aggiunto Tajani.
Il ministro si è poi recato al cimitero gesuita di Pechino, per un visita alla tomba di Padre Matteo Ricci, che nel Cinquecento partì per la Cina e che grazie alle sue conoscenze in materia di cartografia, matematica e astronomia, e al prestigio acquisito, fu ricevuto alla corte imperiale dei Ming e fu il primo occidentale a poter entrare nella Citta’ Proibita restando a tutt’oggi uno degli occidentali piu’ noti in Cina. “E’ un modello attualissimo perché quando noi pensiamo alla diplomazia culturale pensiamo di esportare la nostra cultura, ma anche di importare quella degli altri Paesi: gli interscambi culturali agevolano il dialogo”, ha osservato Tajani. “C’è già una cooperazione strategica fra Italia e Cina e dobbiamo puntare sugli scambi culturali”, ha aggiunto il ministro sottolineando come Padre Ricci sia stato “l’italiano che insieme a Marco Polo ha fatto di più per rafforzare i legami tra l’Italia e la Cina”.
Il ministro ha proseguito con la visita della mostra sull’arte romana con i capolavori del museo archeologico nazionale di Napoli, allestita presso il Millenium Monument e in serata ha partecipato alla cena offerta nella sede dell’ambasciata italiana, alla quale hanno partecipato rappresentanti della comunità imprenditoriale italiana e personalità cinesi legate all’Italia. “Grazie al sistema in Cina: imprenditori e manager che sono veri ambasciatori del saper fare italiano. Il governo è al loro fianco per migliorare le condizioni di accesso al mercato cinese e per favorire l’export dei nostri prodotti”, ha scritto su X il vice premier concludendo così la prima giornata.
Domani sono invece previsti gli incontri istituzionali, in particolare il colloquio con l’omologo Wang Yi e la partecipazione alla XI sessione plenaria del Comitato governativo Italia-Cina. (AGI)
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