La banca svizzera ha tagliato i tassi di riferimento di un quarto di punto percentuale per la terza volta quest’anno. Dopo le riduzioni di marzo e giugno, l’istituto centrale ha portato il tasso all’1% e ha preannunciato che potrebbero arrivare ulteriori riduzioni. La decisione è motivata dai timori per la forza del franco e la conseguente minore pressione inflazionistica. Tale pressione “è nuovamente diminuita in modo significativo rispetto al trimestre precedente”, ha dichiarato la BNS in un comunicato. “Questa diminuzione riflette, tra l’altro, l’apprezzamento del franco svizzero negli ultimi tre mesi. L’allentamento della politica monetaria della BNS deciso oggi tiene conto della riduzione della pressione inflazionistica”, ha spiegato aggiungendo che “nei prossimi trimestri potrebbero rendersi necessarie ulteriori riduzioni del tasso di riferimento della BNS per garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine.” Gli analisti si attendevano un taglio di 0,25 punti percentuali. Come l’oro, lo yen giapponese o le obbligazioni tedesche, il franco svizzero è uno dei principali beni rifugio in cui gli investitori si rifugiano in tempi di incertezza. La decisione di oggi della banca svizzera è arrivata in mezzo a forti pressioni da parte dell’industria, compreso il settore chiave delle esportazioni di orologi, per contenere l’aumento del franco. Il franco ha registrato un’accelerazione significativa rispetto all’euro negli ultimi anni a 0,8498 franchi sul dollaro e a 0,9462 sull’euro. L’inflazione è al di sotto dell’obiettivo del 2% della BNS, essendo scesa all’1,1% in agosto. La BNS ha abbassato le previsioni di inflazione all’1,2% per quest’anno, allo 0,6% per il 2026 e allo 0,7% nel 2026. (AGI)