Gli elettori svizzeri hanno detto ‘no’ all’ipotesi di ritardare di un anno l’età pensionabile, attualmente fissata a 65 anni, e anzi hanno approvato una retribuzione extra per i pensionati. Al referendum, con 25 dei 26 cantoni svizzeri scrutinati, il “no” al pensionamento a 66 anni ha vinto con un netto 75% dei voti, mentre il “sì” alla tredicesima per i pensionati ha ottenuto il 58% dei consensi.
Il governo e il parlamento svizzeri avevano raccomandato un “no” in entrambe le consultazioni, che riguardavano il sistema pensionistico svizzero, noto come AVS (Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti), di cui attualmente beneficiano 2,5 milioni di persone su una popolazione di quasi 9 milioni.
Con il “sì” alla retribuzione aggiuntiva, il reddito massimo per i pensionati che vivono da soli aumenterà dell’equivalente di circa 2.500 euro all’anno, fino a 33.300 euro, e salirà di 3.800 euro per le coppie sposate in età pensionabile, fino a 49.900 euro. Il governo stima che questo aumento delle pensioni costerà alle casse pubbliche 4,3 miliardi di euro in più all’anno e che in futuro, con il progressivo invecchiamento della popolazione svizzera, potrebbe superare i 5,2 miliardi di euro di costi aggiuntivi all’anno. I sostenitori dell’aumento hanno affermato che era necessario in un momento di aumento dei costi per il cittadino medio svizzero, sia per l’assistenza sanitaria, che per il cibo, la casa o l’elettricità, a causa dell’inflazione e dell’aumento di alcune tasse. La consultazione sull’innalzamento dell’età pensionabile a 66 anni non solo avrebbe stabilito questa nuova età pensionabile a partire dal 2033, ma l’avrebbe collegata all’aspettativa di vita media da quel momento in poi. In questo modo, se l’aspettativa di vita aumentasse in Svizzera, come sta accadendo negli ultimi decenni, anche l’età pensionabile verrebbe posticipata, anche se di un massimo di due mesi all’anno. Il rinvio a 66 anni, secondo i suoi sostenitori, avrebbe ridotto i costi del sistema pensionistico di 2,09 miliardi di euro, ma il governo e il parlamento hanno consigliato di votare contro l’idea di legare le pensioni all’aspettativa di vita, considerandola una formula matematica troppo rigida. Nel 2022, gli svizzeri hanno già approvato con un altro referendum l’equiparazione dell’età pensionabile per donne e uomini a 65 anni a partire dal 2028 (fino ad allora era di 64 anni per le donne), il che dovrebbe già significare un allentamento della pressione sul fondo pensionistico svizzero. (AGI)
PIT