Svezia: premier ammette, non abbiamo controllo su violenze gang

FacebookTwitterLinkedinWhatsapp

Il premier svedese, Ulf Kristersson, ha ammesso che il governo “non ha controllo” sull’ondata di violenze tra gang che sta devastando il Paese scandinavo, dove, secondo il Nordic Times, dall’inizio dell’anno al 27 gennaio è stata registrata ogni giorno l’esplosione di un ordigno. “La Svezia è nel mezzo di una nuova ondata di violenza, sono soprattutto le bombe che stanno aumentando, con cadenza quasi quotidiana”, ha detto ieri Kristersson durante una riunione di emergenza del governo nella quale ha annunciato nuove regole contro le attività criminali commesse da bande giovanili, riporta Euractiv.
“È abbondantemente chiaro che non abbiamo controllo su questa ondata di violenza, altrimenti non saremmo qui”, ha aggiunto il primo ministro conservatore, che in campagna elettorale aveva promesso di combattere il forte aumento della criminalità, legata all’ingente afflusso di immigrati negli scorsi anni e al proliferare di gang composte da giovani di origine straniera, che, secondo la polizia, contano circa 1.700 membri minorenni. (AGI)
Sotto pressione dell’alleato di estrema destra, i Democratici Svedesi, Kristersson intende approvare norme che consentano alla polizia maggiore spazio di manovra nell’arresto di persone di età inferiore ai 15 anni. Le nuove regole entreranno in vigore dal prossimo 1 ottobre.
Kristersson ha affermato che le violenze delle gang stanno ormai interessando intere comunità e che i criminali mostrano “totale indifferenza” nei confronti delle conseguenze delle loro azioni sulla popolazione delle aree residenziali dove agiscono. Lo scorso anno le forze dell’ordine svedesi hanno contato 317 esplosioni in tutto il Paese.
Il premier ha aggiunto che si tratta di un problema “ereditato” che non sarà possibile risolvere prima di dieci anni. Tra le altre misure allo studio, una modifica della Costituzione che consenta di privare della cittadinanza svedese chi ha doppia cittadinanza e venga condannato per attività criminali e l’espulsione dei condannati stranieri perché scontino la pena in patria. (AGI)


FacebookTwitterLinkedinWhatsapp