Sulle aste giudiziarie, bene indagine CSM. Ora intervenga la politica.


Di Antonello Longo
La denuncia di Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti, dell’abuso delle sezioni esecuzione di molti tribunali che, disapplicando la riforma del 2016,  favoriscono l’aggiudicazione delle aste a prezzi stracciati, ha colpito nel segno ed ha fatto rumore.
Infatti, su richiesta del componente laico Stefano Cavanna, avvocato genovese vicino alla Lega, la settima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, competente per materia, ha aperto un’indagine conoscitiva per verificare la correttezza dell’espletamento delle esecuzioni immobiliari nei tribunali italiani.
E’ un fatto che le sezioni esecuzione di molti tribunali, continuando ad applicare il vecchio rito, consentono di andare a ribasso ben oltre la terza asta per la vendita dell’immobile, così da aggiudicare l’immobile a prezzi stracciati. Ed a beneficiarne spesso sono speculatori e mafiosi, che si ingrassano a spese di debitori insolventi senza colpa, lavoratori che hanno perduto il posto di lavoro ed aziende messe in difficoltà dalla crisi dilagante.
Questo avviene malgrado il CSM si sia già fatto carico del problema, emanando linee guida per un corretto svolgimento delle esecuzioni immobiliari e istituendo, nel 2017, un “Osservatorio permanente per l’efficienza delle procedure esecutive” che in Italia, malgrado un certo calo negli ultimi tempi, sono sempre moltissime (superando le duecentomila vendite forzate ogni anno).
Non tacere, denunciare con coraggio e chiarezza, lottare per difendere, nel quadro degli interessi generali del Paese, i propri rappresentati, si conferma dunque la la strada giusta, che Confedercontribuenti persegue  senza tentennamenti, tanto più in questo momento drammatico in cui la crisi pandemica fa sentire in modo sempre più pesante i propri effetti.
L’obiettivo su cui concentrarsi, adesso, è ottenere dal governo di andare oltre la sospensione di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari disposta dal “decreto ristori” fino 31 dicembre, blocco peraltro limitato alle abitazioni principali.
E’ necessario ed urgente sospendere le procedure fallimentari e bloccare le esecuzioni fino alla fine dell’emergenza Covid, perché la situazione sta precipitando al punto tale che la prosecuzione delle procedure ordinarie, di fronte al prevedibile aumento delle sofferenze bancarie, mette a rischio la vita di migliaia di imprese.  E nei momenti più acuti di crisi c’è sempre qualcuno che approfitta.
Risuona forte, così, il monito di Carmenlo Finocchiaro e della Confedercontribuenti al governo : “qualsiasi rinvio costituirebbe una responsabilità gravissima dell’esecutivo. Noi non consentiremo la strage delle imprese e degli imprenditori”.