“La portata di morte, sofferenza e distruzione in Sudan è devastante. Questo conflitto insensato deve finire”. Così il Segretario di Stato Usa Antony Blinken chiedendo alle parti in conflitto da oltre un anno in Sudan di “partecipare ai colloqui e affrontarli in modo costruttivo” per giungere quanto prima alla cessazione delle ostilità.
In una nota diffusa dal Dipartimento di Stato, gli Usa invitano l’esercito regolare e i ribelli delle Forze di Supporto Rapido (Rsf) a partecipare ai colloqui, in Svizzera, dal 14 agosto, “per salvare vite umane, fermare i combattimenti e creare un percorso verso una soluzione politica negoziata del conflitto”.
“Ci uniamo alle richieste di pace e di transizione democratica del popolo sudanese e invitiamo le parti a fermare i combattimenti per costruire un futuro più luminoso per il Sudan”, si legge ancora nella nota. “Negli ultimi 15 mesi, il terribile conflitto in Sudan ha spinto milioni di persone sull’orlo della fame obbligando a sfollare quasi 10 milioni di individui e continua a causare incommensurabili sofferenze al popolo sudanese”, rammenta il capo della diplomazia americana. “Gli Stati Uniti restano impegnati a collaborare con i partner per porre fine a questa guerra devastante e, sulla base dei precedenti colloqui di Gedda, facilitati dal Regno dell’Arabia Saudita, gli Stati Uniti hanno invitato le Forze Armate Sudanesi e le Forze di Supporto Rapido (Rsf) a partecipare ai colloqui per il cessate il fuoco mediati dagli Stati Uniti”.
La diplomazia americana ringrazia il governo svizzero “per essersi offerto di ospitare i colloqui” dando un “benvenuto” a Riad come co-ospite del prossimo tavolo.
I colloqui in Svizzera avranno come osservatori l’Unione Africana, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e le Nazioni Unite. I colloqui in Svizzera – con l’obiettivo di raggiungere la cessazione delle violenze su tutto il territorio e consentire il regolare accesso degli aiuti umanitari – mirano anche a “sviluppare un solido meccanismo di monitoraggio e verifica per garantire l’attuazione di qualsiasi eventuale accordo”.
“Come il popolo sudanese chiede da tempo – conclude la nota – la governance del Sudan deve tornare ai civili e i civili devono svolgere un ruolo di primo piano nella definizione di un processo per affrontare le questioni politiche e ripristinare la transizione democratica del Sudan”. (AGI)