Stretta sul pellegrinaggio alla Mecca, solo mille autorizzati


Per la prima volta nella storia moderna dell’Arabia Saudita il grande pellegrinaggio alla Mecca, l’Hajj, sarà limitato ai soli residenti nel Paese e in numero molto ristretto. L’anno scorso i fedeli, accorsi da tutto il mondo per assolvere al quinto pilastro dell’Islam, furono oltre 2,5 milioni. Quest’anno saranno mille e tutti under 65 senza malattie croniche. Così ha deciso il ministero del Hajj per evitare che il rituale, che dura almeno cinque giorni tra fine luglio e inizio agosto, si trasformi in un focolaio globale di Covid-19.

“Il numero di pellegrini sarà di circa mille, più o meno. Di certo non 10 mila o 100 mila”, ha confermato il ministro del Hajj, Mohammad Benten, in una conferenza stampa. Il ministro della Salute, Tawfik al-Rabiah, ha aggiunto che i candidati al pellegrinaggio saranno sottosti al test prima di raggiungere la città santa della Mecca. E, una volta completato il rituale, dovranno restare in quarantena. Saranno predisposte tutte le misure per il distanziamento sociale e verrà allestito un ospedale dedicato a trattare i possibili casi di contagio. 

Non sono ancora stati forniti dettagli su come saranno scelti i pochi pellegrini ma Riad ha assicurato una rappresentanza di tutte le nazionalità, in coordinamento con le missioni diplomatiche.

Malumori e rivendicazioni

La Lega islamica mondiale, il capo dell’Organizzazione per la cooperazione islamica e Al Azhar, l’istituzione islamica egiziana, hanno accolto con favore la decisione saudita. Ma è difficile negare l’amarezza per l’occasione mancata. Solo in India si erano già iscritte 200 mila persone. E così in tanti altri Paesi del mondo che avevano finora sperato nella possibilità di poter permettere quello che è per tanti il viaggio della vita.

Mohamad Azmi Abdul Hamid, membro del Consiglio consultivo delle organizzazioni islamiche in Malaysia, ritiene che i Paesi musulmani dovevano essere consultati per una “decisione collettiva”, invece di doversi sottomettere alla decisione di Ryad. “È ora che le città sante di Medina e della Mecca siano gestite da un ente internazionale che rappresenta i Paesi musulmani”, ha lamentato. L’ultima volta che saltò l’Hajj a causa della pandemia fu per il colera, nella seconda meta’ dell’Ottocento. 

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Fonte: estero agi