"Stiamo creando il terreno per una nuova variante del tutto resistente ai vaccini", dice Crisanti


AGI – “Non siamo sulla buona strada per l’uscita dalla pandemia, anzi continuando così stiamo creando il terreno per una nuova variante del tutto resistente ai vaccini” è l’opinione del microbiologo Andrea Crisanti, che in un’intervista a La Stampa assicura che “la protezione con la doppia dose cala dal 94 al 64 per cento” come segnala uno studio israeliano secondo cui anche il vaccino Pfizer sarebbe meno efficace.

Per cui “conferma i dati inglesi e cioè che la variante Delta infetta i vaccinati e si trasmette più pericolosamente”. Insomma, sostiene Crisanti, “per i non vaccinati si fa dura, perché sono più esposti al virus. Per i vaccinati invece resta importante mantenere le misure di sicurezza, perché esiste la possibilità di reinfettarsi” e “per questo bisogna vaccinarsi tutti il più in fretta possibile, ma raramente può accadere di ammalarsi comunque”.

Il guaio, secondo lo studioso, è che circa la durata dell’immunità “dopo otto mesi non ne sappiamo nulla. È quella che gli inglesi definiscono ‘terra incognita’”, tuttavia – aggiunge Crisanti – “la curva cresce, ma viene frenata dal caldo e dai vaccini, anche se la popolazione è ancora troppo poco protetta. A settembre avremo un ritorno dei contagi più evidente”.

La Vecchia: “Attendiamo la risalita dei contagi”

“La punta più bassa dei contagi su base settimanale l’abbiamo toccata giovedì 1 luglio con 728 positivi. Da allora è cominciata la ripresa. Ieri la media era di 764. Negli ultimi 4 giorni abbiamo avuto il 10% dei casi in più, circa 80″. È il quadro tracciato dal professor Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’università di Milano, in un’intervista al Corriere della Sera.

E con un occhio alla situazione italiana dice: “I dati dicono che la discesa è finita e aspettiamo la risalita. Non parliamo di ondata, però. Potrebbe essere una piccola onda attenuata da circostanze migliori rispetto a quelle del Regno Unito”, per aggiungere: “Ora da noi è piena estate, quando a metà maggio in Inghilterra la curva ha cominciato ad andare verso l’alto la gente stava ancora al chiuso, con un aumento quindi del rischio di trasmissione del virus. All’aperto l’aria circola” anche se “L’unica certezza è che i contagi saliranno, non si può stabilire con quale rapidità. Lo potremo dire dopo aver visto l’evoluzione dell’epidemia nelle prossime due settimane”.

Però “dobbiamo sempre guardare al Regno Unito: a metà maggio erano state somministrate 50 milioni di dosi, quante sono da noi adesso. Quindi è probabile che lo scenario italiano sia molto simile a quello inglese. Però, ripeto, abbiamo dei vantaggi. La stagione calda può aiutarci, darci più respiro e tempo per vaccinare“.

E La Vecchia conclude: “I vaccinati con doppia dose sono protetti quasi totalmente dalla malattia grave. Con la prima dose il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 è del 20-30%. Quindi bisogna dare un messaggio forte. Chi non ha cominciato il percorso di immunizzazione si deve sbrigare e prendere l’appuntamento sperando che non ci siano problemi di fornitura dei vaccini”.

 

 

Source: agi