L’elezione della deputata forzista a presidente della Commissione Esteri della Camera ha turbato i già fragili equilibri tra le variegate forze che sostengono il governo. Forte malumore nel Movimento Cinque Stelle, che richiama Draghi alla responsabilità di tenere in piedi la maggioranza
di Loan
Con il più classico dei colpi di mano, Stefania Craxi è stata eletta presidente della Commissione Esteri della Camera, succedendo al “ribelle”, “putiniano” ex pentastellato Vito Petrocelli, per rimuovere il quale tutti i membri si della commissione si erano dimessi.
Nel voto segreto la deputata di Forza Italia ha battuto, con 12 voti su 22 votanti, il candidato ufficiale della maggioranza, Ettore Licheri del M5S, fermo a 9 voti. Questo episodio acuisce le fibrillazioni in seno alla maggioranza che sorregge il governo Draghi. Il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha subito convocato un consiglio nazionale straordinario, al termine del quale ha rilasciato dichiarazioni di fuoco: “Registriamo che di fatto si è formata una nuova maggioranza da FdI a Iv. Draghi era stato avvertito già ieri. Spetta a lui la responsabilità tenere in piedi questa maggioranza. Oggi M5s, Pd e Leu sono stati responsabili, altri no”.
“L’attuale maggioranza – recita il comunicato diffuso al termine dei lavori del consiglio nazionale dei Cinquestelle – esiste solo sulla carta, non nella realtà del confronto quotidiano. Registriamo come ormai sia venuto meno anche il più elementare principio di leale collaborazione. Nei giorni scorsi avevamo ventilato il sospetto che qualcuno ci volesse fuori dalla maggioranza. Oggi ne abbiamo la conferma. Nel Palazzo vogliono emarginare le nostre posizioni, ma non si può silenziare la voce della maggioranza degli italiani”.
Attendiamo di vedere come questa tempesta si potrà ricomporre. La pragmatica Stefania Craxi non si scompone e assicura: “Nessuna crisi di governo, i mal di pancia passeranno”. Abbiamo ragione di ritenere che la Craxi sarà una buona presidente della commissione parlamentare, chiamata a svolgere un ruolo cruciale nella fase che vede l’Italia coinvolta nella tragica vicenda dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con ricadute pesanti sul piano economico ed anche politico. Stefania Craxi infatti, già vicepresidente della commissione che adesso è chiamata a presiedere, ha maturato una significativa esperienza come sottosegretaria agli esteri dal 2008 al 2011, nel quarto governo Berlusconi.
Viene tuttavia spontaneo un paragone con il padre, Bettino Craxi, il quale – pur essendo stato amico del Berlusconi imprenditore – di certo non avrebbe aderito a Forza Italia (questo almeno è il nostro pensiero), essendo stato sempre un difensore dell’economia mista, avendo fieramente avversato le privatizzazioni e aspramente criticato Margaret Thatcher ed il Thatcherismo .
Bettino Craxi, in politica estera , accettava l’Alleanza Atlantica e la Nato, ma aderiva alla visione di Willy Brandt, rivendicando con forza un ruolo autonomo dell’Europa non subalterno agli Stati Uniti, fino ai clamorosi fatti di Sigonella.
Sono rimasti celebri nella storia repubblicana il duro intervento di Bettino Craxi alla Camera in difesa dei diritti del popolo palestinese e la sua netta condanna del cruento bombardamento americano sulla Libia.
Del Craxi presidente del Consiglio si ricorda la disinibita conflittualità con gli USA, che si manifestava nel sostegno ai movimenti di liberazione sudamericani, contro le dittature fomentate dagli americani.
Non possiamo sapere come Bettino Craxi avrebbe reagito all’invasione russa dell’Ucraina. La sua condanna dell’aggressione di Putin sarebbe stata implacabile, ma c’è da credere che egli avrebbe contrastato con energia l’escalation militare, senza assecondare supinamente l’oltranzismo bellicista di un Biden, di un Johnson, di uno Stoltenberg o di un Draghi, che rischiano di trascinare l’Europa in uno scontro diretto Nato-Russia, che produrrebbe conseguenze disastrose.
Stefania, per temperamento e fermezza di carattere, assomiglia molto al padre. Le auguriamo buon lavoro. Essa tuttavia è una creatura politica di Berlusconi, che poi è più di ogni altro amico personale di Putin. Sarà interessante vedere come la presidenza Craxi instraderà, in una fase così delicata, i lavori della Commissione Esteri.