Stato d’emergenza, Aspi e Recovery Fund: settimana ad alta tensione per il governo

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Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


Si apre oggi una settimana di fuoco per il governo che, nei prossimi sette giorni, sarà chiamato ad affrontare importanti ed ostiche sfide. Sia sul piano nazionale che su quello internazionale, saranno numerosi i nodi da sciogliere ed, a rendere tutto più difficile, sarà il clima di tensione ed incertezza nel quale vive, ormai da settimane, l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte.

 

Sul tavolo del premier, infatti, c’è innanzitutto la questione legata al possibile prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 dicembre o, secondo le ultime indiscrezioni circolate, fino al 31 ottobre. Possibilità, questa, che oltre ad aver attirato gli strali dell’opposizione e le perplessità di eminenti giuristi, potrebbe creare spaccature all’interno della maggioranza. Il Partito Democratico, tramite le dichiarazioni del suo segretario Zingaretti, ha offerto pieno sostegno a Conte su questo punto, ma alcuni parlamentari dem avrebbero esplicitato la loro contrarietà. Stesso sentimento sembra albergare in deputati e senatori di Italia Viva. Il confronto in Parlamento, annunciato dal Presidente del Consiglio, potrebbe dunque rivelarsi più ostico del previsto. In ogni caso la questione andrà risolta, in un senso o nell’altro, prima del 14 luglio, data nella quale scadranno le disposizioni previste dall’ultimo DPCM varato a metà giugno. In questa complessa situazione, non può essere ignorato l’appello di commercianti ed imprenditori i quali, proprio in questi giorni, hanno spiegato quali potrebbero essere i nefasti esiti di una nuova chiusura.

Domani, invece, il Consiglio dei Ministri dovrà dare la sua risposta definitiva ad Aspi sul piano fatto pervenire nei giorni scorsi. La possibile revoca delle concessioni per la gestione del tratto autostradale dove insiste il nuovo Ponte Morandi, lo sappiamo bene, è un tema delicatissimo per il governo, soprattutto nell’eventualità che il Movimento 5 Stelle “faccia le barricate” per non venir meno alle promesse fatte all’indomani della tragedia che costò la vita a 43 persone. Stando a quanto emerge, il nuovo piano di Aspi e il conseguente ridimensionamento di Atlantia avrebbero convinto sia il premier che i ministri PD, ma l’incognita è appunto rappresentata dai pentastellati. Anche in questo caso, è indispensabile una risposta certa ed urgente: bisogna, innanzitutto, dare risposte sul tema risarcimenti ai parenti delle vittime, ma si dovrà anche evitare che si perpetrino disagi che hanno recentemente colpito gli utenti delle autostrade liguri.

A chiudere questa settimana di fuoco sarà il Consiglio Europeo che, nel vertice del 17 e 18 luglio, sarà chiamato a definire le modalità di attuazione del Recovery Fund. Il rischio che sembra emergere è quello di un altro passaggio a vuoto… Nonostante il rinvio di circa tre settimane, le posizioni sono ancora distanti ed i cosiddetti stati frugali non sarebbero intenzionati a fare un passo indietro. A fare da mediatore, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il quale proporrà una soluzione di compromesso per addivenire ad un accordo. Le buone intenzioni, però, potrebbero non bastare… Guardando, poi, al nostro paese, spiace rilevare nuovamente che, le criticità di cui abbiamo ampiamente parlato, rischiano di minarne seriamente la credibilità e la capacità di negoziazione.

 

Staremo a vedere come l’esecutivo affronterà questa settimana decisiva e come verranno risolte le questioni che abbiamo elencato. L’unica certezza, al momento, è quella di un paese quasi alla canna del gas, ma che dimostra la coraggiosa volontà di risollevarsi, di tornare a correre, di scacciare i fantasmi… La speranza è che le istituzioni tutte siano in grado di incoraggiare ed assecondare questa voglia di riscatto.