Per la prima volta nella sua storia, oggi la Nasa è riuscita a riportare sulla Terra un campione di asteroide, che gli scienziati sperano possa fornire informazioni uniche sull’origine della vita e sulla formazione del sistema solare circa 4,5 miliardi di anni fa.
La capsula della Nasa contenente campioni dell’asteroide Bennu è atterrata alle 8.52 ora locale (le 16.52 in Italia) nel deserto dello Utah, negli Stati Uniti, concludendo un viaggio durato sette anni.
È la prima volta che la Nasa, l’agenzia spaziale statunitense, riesce a riportare sulla Terra campioni di un asteroide. La Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) è riuscita a recuperare i detriti di un asteroide nel 2020, ma si trattava di una quantità minima, non più di un cucchiaino di polvere e rocce.
Gli scienziati nutrono grandi speranze per il campione, affermando che fornirà una migliore comprensione della formazione del nostro sistema solare e di come la Terra sia diventata abitabile. “La capsula di ritorno del campione Osiris-Rex è atterrata!”, ha detto un commentatore durante la trasmissione video in diretta della Nasa dell’atterraggio.
Ha completato un viaggio di 6,21 miliardi di chilometri. Si tratta della prima missione statunitense di restituzione di un campione di questo tipo e aprirà una capsula del tempo agli inizi del nostro sistema solare”, ha dichiarato l’agenzia spaziale statunitense in un post su X. La discesa finale e infuocata della sonda Osiris-Rex attraverso l’atmosfera terrestre è stata pericolosa, ma la Nasa è riuscita a progettare un atterraggio morbido, nel poligono militare nello Utah.
Quattro anni dopo il lancio del 2016, la sonda è atterrata sull’asteroide Bennu e ha raccolto circa nove once (250 grammi) di polvere dalla sua superficie rocciosa. Anche questa piccola quantità dovrebbe “aiutarci a capire meglio i tipi di asteroidi che potrebbero minacciare la Terra” e gettare luce “sulla storia più antica del nostro sistema solare”, ha detto l’amministratore della Nasa Bill Nelson.
Osiris-Rex ha rilasciato la capsula da un’altitudine di oltre 67.000 miglia (108.000 chilometri), circa quattro ore prima dell’atterraggio. Il passaggio incandescente attraverso l’atmosfera è avvenuto solo negli ultimi 13 minuti, quando la capsula si è lanciata verso il basso a una velocità di oltre 27.000 miglia all’ora, con temperature fino a 2.760 gradi Celsius.
La sua rapida discesa, monitorata dai sensori dell’esercito, avrebbe dovuto essere rallentata da due paracadute successivi mentre si dirigeva verso la zona di atterraggio. Il paracadute principale, tuttavia, si è aperto “molto più in alto di quanto originariamente previsto”, a circa 20.000 piedi anziché ai 5.000 piedi previsti. Le immagini della Nasa hanno mostrato la capsula delle dimensioni di un pneumatico a terra in una zona desertica, con gli scienziati che si avvicinavano al dispositivo per effettuare delle letture.
Nel frattempo, la sonda che ha compiuto il viaggio nello spazio ha acceso i motori e ha cambiato rotta allontanandosi dalla Terra, verso un appuntamento con un altro asteroide, noto come Apophis. Gli scienziati prevedono che l’asteroide si avvicinerà a 20.000 miglia dalla Terra nel 2029. (AGI)