Il satellite dell’Esa porta, con lo strumento Aladin, il più potente trasmettitore laser operante nell’ultravioletto (UV) mai costruito per un’applicazione spaziale e realizzato da Leonardo
Parla molto italiano la missione Esa del cacciatore di venti Aeolus che si appresta a tornare sulla terra – con il primo rientro semi-assisito europeo – il 28 luglio prossimo. Missione sperimentale dell’Agenzia Spaziale Europea, Aeolus è stata lanciata nel 2018 ed ha studiato la distribuzione dei venti da 30 chilometri di altezza fino al suolo con un’accuratezza mai raggiunta prima d’ora. Un risultato che è stato possibile grazie allo strumento Aladin, di responsabilità del prime contractor Airbus Defefence and Space, che ha a bordo il più potente trasmettitore laser operante nell’ultravioletto (UV) mai costruito per un’applicazione spaziale.
Il super trasmettitore laser è stato realizzato in Italia da Leonardo, nei suoi stabilimenti di Pomezia alle porte di Roma e a Campi Bisenzio vicino Firenze, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Lo strumento Aladin (Atmospheric LAser Doppler INstrument) è un Lidar composto di tre parti: un telescopio, un ricevitore e un trasmettitore laser. Ed è proprio la tecnologia laser la vera rivoluzione di Aeolus: generando pulsazioni di luce UV inviate nell’atmosfera, il lidar mette in evidenza i venti in tutto il mondo.
Prima del suo spegnimento, avvenuto il 5 luglio scorso, il trasmettitore laser di Leonardo è stato spinto dai circa 4 milioni di Watt nominali a circa 10 milioni di Watt, record mondiale di potenza per un laser spaziale, per raccogliere informazioni utili allo sviluppo delle prossime missioni europee di studio dei venti.