Tre feriti durante una protesta contro un’azienda nel Parà
Redazione ANSA
Alla vigilia del vertice regionale sull’Amazzonia, in programma oggi e domani nella città brasiliana di Belem, alcuni indigeni sono stati bersaglio di attacchi a colpi di arma da fuoco nello Stato di Pará.
La denuncia è stata presentata dal Consiglio nazionale per i diritti umani (Cndh), di cui fa parte, tra gli altri, anche il ministero degli Esteri.
In una nota, il Cndh spiega che gli aggrediti sono membri dell’etnia Tembé, residenti nella comunità Turé Mariquita, a Tomé Açu. L’attacco sarebbe avvenuto ieri “mentre una missione di emergenza coordinata dal Cndh si stava dirigendo verso il comune con l’obiettivo di indagare su denunce di gravi violazioni dei diritti umani”. Tre gli indigeni feriti, due giovani donne e un 23enne. Quest’ultimo è stato nel frattempo
arrestato.
In segno di protesta, un gruppo di indios ha manifestato davanti al commissariato di polizia chiedendone l’immediata scarcerazione, oltre a sollecitare che gli vengano prestate le dovute cure mediche. Secondo il Cndh, l’attacco sarebbe stato motivato dalla denuncia fatta da un capo tribù il 4 agosto a Belém durante i “Dialoghi amazzonici”, un evento preparatorio al vertice vero e proprio. Secondo la Commissione pastorale della Terra (un organo della Conferenza episcopale del Brasile), oltre ai tre feriti altri due leader indigeni sarebbero spariti in seguito a una manifestazione davanti all’azienda Bbf, che produce olio di palma nella città di Acará.
La polizia militare del Pará ha riferito di non sapere come siano partite le violenze, dopo che gli indigeni hanno iniziato a protestare davanti alla sede dell’impresa. Fonti interne a quest’ultima affermano che la squadra di guardie private avrebbe frenato l’attacco degli invasori indigeni per difendere i lavoratori. “Dobbiamo fermare con urgenza questa violenza”, ha dichiarato a sua volta la leader indigena Alessandra Munduruku. “Serve la delimitazione dei territori indigeni, basta parlare di bio-economia se qui in questo momento c’è violenza”, ha aggiunto la donna.
Lula ottimista, ‘Sarà un grande incontro’
Il vertice regionale sull’Amazzonia, in programma oggi e domani nella città di Belem, sarà “un grande incontro”: lo ha assicurato il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, promotore dell’iniziativa, cui partecipano gli otto Paesi membri dell’Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (Acto). “A Belém faremo il nostro primo grande incontro per discutere la questione del popolo amazzonico”, ha dichiarato Lula.
Ieri il capo dello Stato ha visitato la nave ospedale Avaré a Santarem, nello Stato di Parà. Qui ha ricordato che nel 2025 Belém ospiterà la Cop-30. “Quando arriverà il 2025, avremo un grande, grande dibattito sul clima nel cuore dell’Amazzonia”, ha
concluso Lula. E anche il suo ministro degli Esteri, Mauro Vieira, ha ribadito che le priorità del governo restano “la difesa dell’Amazzonia e la lotta ai crimini ambientali”.
Inoltre, ieri il presidente brasiliano è tornato a chiedere un sostegno concreto dei paesi sviluppati per la salvaguardia dell’Amazzonia. “Hanno promesso di distribuire 100 miliardi di dollari, era la grande promessa dei paesi ricchi ma stiamo ancora aspettando quei soldi”, ha affermato Lula durante un punto stampa. “Un po’ sono arrivati dalla Norvegia e dalla Germania con il
Fondo per l’Amazzonia ma siamo lontani da ciò che è necessario affinché i 28 milioni di abitanti della regione possano avere un
futuro dignitoso”, ha aggiunto.
Secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano Folha de Sao Paulo il reclamo espresso oggi da Lula farà parte integrante del documento finale del vertice, la Dichiarazione di Belém. Il documento, rivela Folha, includerà anche una “condanna della proliferazione di misure commerciali unilaterali che basate su requisiti e norme ambientali, si traducono in barriere commerciali e colpiscono principalmente i piccoli produttori nei Paesi in via di sviluppo”.
La Dichiarazione di Belem, servono 100 miliardi dai paesi ricchi
La bozza della Dichiarazione di Belém, che sarà firmata dai Paesi dell’Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (Octa), riuniti da oggi al vertice regionale sull’Amazzonia, solleciterà i Paesi più ricchi a contribuire con denaro a progetti di sviluppo sostenibile. Secondo il quotidiano Folha de Sao Paulo, il documento finale dovrebbe “chiedere ai Paesi sviluppati di mantenere la promessa di stanziare 100 miliardi di dollari all’anno per i Paesi in via di sviluppo”.
La bozza della Dichiarazione inoltre “condanna la proliferazione di misure commerciali unilaterali che, basate su requisiti e norme ambientali, si traducono in barriere commerciali e colpiscono principalmente i piccoli produttori nei Paesi in via di sviluppo”, informa il quotidiano, secondo cui questo paragrafo si rivolge in particolare all’Unione Europea ed è stato proposto dal Brasile.